“L’angelo dei bambini”
Padre Berta, un uomo della misura alta, un sacerdote tutto d’un pezzo, un educatore allegro ed esigente, un missionario intrepido, un cuore grande aperto alle speranze nella Speranza e capace di sopportare anche contrarietà, avversità e sofferenze.
E’ lui che su mandato di Don Bepo Vavassori, fondatore del Patronato, ha dato forma a quel bel sogno che oggi si incarna nella “Ciudad de los Ninos”, in Bolivia.
Una città della gioia, una città dell’amore, dove vivono accolti centinaia di bambini colpiti precocemente dalle più dure avversità della vita, dall’abbandono e della violenza.
Dopo un’esperienza in un orfanotrofio statale di La Paz si è reso conto della situazione e ha cominciato ad immaginare una struttura diversa, nella quale fosse possibile agire a favore dei bambini e dei ragazzi, con maggiore libertà, aiutarli a imparare un mestiere. É andato a Cochabamba con Don Bepo e con Don Berto. Insieme hanno trovato un terreno che sembrava adatto allo scopo. Non c’era niente, ma loro vedevano già la “Ciudad de los Ninos” fiorire e brulicare di ragazzi vivaci.
La Ciudad negli anni ha accolto migliaia di ragazzi, e ha offerto loro una famiglia e un futuro. Ecco Don Berta era così: un visionario, ma nel senso buono. Aveva delle idee e sapeva realizzarle. Don Berta si è sempre fidato fino in fondo della provvidenza, fino all’ultimo. Era profondamente convinto che lo avrebbe aiutato a realizzare ciò che era necessario per aiutare i poveri. Gli oltre quarant’anni trascorsi in Bolivia lo hanno reso un patriarca agli occhi di tutti. Non solo conosceva quel paese, lo amava.
Ha voluto bene all’infanzia abbandonata, ha rappresentato in Bolivia quello che, a Bergamo, è stato per noi Don Bepo Vavassori. Tra le sue enormi qualità c’era anche una straordinaria ironia e capacità di ridere. Era sempre allegro, faceva ridere tutti con le sue barzellette. Anche nei periodi più duri, quando la malattia si faceva sentire, non ha mai perso la voglia di strappare un sorriso a chi gli stava davanti.
Aveva ripetuto più volte che lui sarebbe stato contento di morire lì, in mezzo ai suoi ragazzi, e così è stato. Il 22 Maggio 2007 il “Papi”, cosi lo chiamavano i suoi fanciulli, ci ha salutato per l’ultima volta, prima di affidarsi con fiducia alle braccia del Padre. E’ sepolto lì, all’interno della Ciudad, dove come diceva spesso, continuerà a guardare i suoi ragazzi e la sua Bolivia.
Ma lui non se n’è andato davvero dalla sua “Città dell’allegria”. E’ ancora e resterà per sempre nel cuore di tutti quelli che lo hanno incontrato e hanno condiviso con lui un pezzo di strada, nel cuore soprattutto dei tanti bambini che in lui hanno trovato la famiglia che non avevano mai avuto prima.