La comunità d’accoglienza per essere comunità deve avere come carattere centrale quello di rappresentare una soglia.
La soglia non è un punto di passaggio, è proprio uno spazio, è un tempo definito, e può essere un tempo anche ampio. È uno spazio abitabile per sé, con altri; aperto e inedito, da scoprire. Sulla soglia si vive la serenità dell’essere incontrati, accolti, ospitati. E di passare, partire, iniziare, essere inviati.
Sulla soglia le persone che accogliamo e che ospitiamo diventano portatrici di diritti che non venivano loro riconosciuti nella pratica quotidiana. Lì le persone sperimentano una circolarità della vita, delle relazioni, del rapporto con il futuro, fatte di riconoscimenti e di scambi, di reciproca obbligazione, di presenza. La dignità sarà più piena se sarà anche conquista di un’attenzione da offrire e non solo da ricevere. (Ivo Lizzola, La Comunità d’accoglienza come soglia).
Anche la Ciudad de los Niños vuole essere un tempo e uno spazio ben definito in cui ogni ragazzo o adolescente apprenda a stare in relazione con altri, a costruire esperienze di dialogo, a progettare un futuro, grato del presente vissuto e senza occultare il passato ferito.
Dando fiducia a queste parole, che portano con sè il sapore e la freschezza sempre nuova del Vangelo, abbiamo accolto nuovamente altri quattro fratelli perchè la Ciudad de los Niños sia per essi una soglia in cui poter recuparare le relazioni familiari, sperimentare l’ospitalità, dare fiducia all’adulto che si affianca e accompagna la quotidianità della vita.
Ancora una volta a noi educatori ci è data la possibilità di accoglierli per prepararli a partire. Buona soglia carissimi fratellini.
Don Gianluca
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