Con i giovani studenti prossimi al diploma di scuola superiore, venerdì 24 novembre, ci siamo seduti attorno a un tavolo per condividere, oltre le stesse parole, gli anni vissuti insieme nella scuola “Bepo Vavassori”, che li ha visti entrare preadolescenti e ora pronti per affrontare l’Università.
Nelle loro mani abbiamo posto una perla perchè potessimo parlare della bellezza e della fragilità della vita. E in questa perla abbiamo cercato di rispecchiare la nostra esistenza.
La contemplazione fa strada alla bellezza. Quando gli occhi di un giovane come di un anziano sanno vedere oltre le diffidenze e i pregiudizi; quando il nostro respiro si fa così profondo che la realtà che ci circonda trova casa nei nostri sentimenti; quando il silenzio da valore ai suoni e alle voci che ci attorniano… si fa strada la bellezza. Vorremmo pensare che ogni insegnante, nella competenza della sua materia, educhi costantemente i giovani alla bellezza. Forse così riusciremo andare oltre la violenza e l’indifferenza che si annida nella vita di molti.
La maturità di una persona fa strada alla fragilità. Quando vediamo i nostri figli o i nostri ragazzi affrontare tappe importanti della vita, ci piace pensare che abbiano percepito la fragilità dell’esistenza come un’opportunità. La fragilità di una relazione d’amore apre al desiderio di cercare la persona continuamente. La fragilità del corpo ci pone continuamente in ricerca di un senso dell’esistenza. La fragilità del creato ci rimanda all’origine del tutto e al senso che il Creatore ha collocato in ogni cosa.
Abbiamo trascorso una mattinata intera scambiandoci parole, silenzi, emozioni, canti, sorrisi, balli, gesti… Ci siamo sentiti come perle, in cui la fragilità e la bellezza ci rendono unici e preziosi.
Don Gianluca
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