Ricorda don Bosco:
“All’età di nove anni ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita. Nel sonno mi parve di essere vicino a casa, in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli, che si trastullavano. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. All’udire quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo di loro, adoperando pugni e parole per farli tacere. In quel momento apparve un uomo venerando, in virile età, nobilmente vestito. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di pormi alla testa di quei fanciulli aggiungendo queste parole:- Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a fare loro un’istruzione sulla bruttezza dei peccato e sulla preziosità della virtù. “
Vorrei che stanotte nelle nostre famiglie tutti noi potessimo fare dei sogni grandi.
Quelli che proiettano la vita dei nostri figli verso un futuro carico di speranza. Sogni in cui riscoprire la bellezza interiore delle persone e che la bruttezza dei nostri gesti e delle nostre parole non può sconfiggere i valori che ci abitano.
Vorrei sognare che chi custodisce la vita dei piccoli e delle persone fragili in questo mondo, possa entrare nella loro esistenza con mitezza, insegnando loro la ferialità della vita, scrutando con pazienza la loro crescita.
Vorrei entrare stanotte nei sogni dei nostri figli e togliere loro l’incubo della violenza, dell’abbandono, dell’abuso. Vorrei entrare nei loro sogni in punta di piedi e prepararli al risveglio del giorno, con mansuetudine e tenerezza, perchè non si sentano smarriti e soli, ma accompagnati e protetti.
Vorrei sognarti stanotte don Bosco perchè tu mi possa insegnare l’arte di educare, di condurre ragazzi e giovani a coltivare desideri profondi che sconfiggano l’indifferenza e l’apatia di molti. Sognarti perchè tu mi possa condurre al Maestro della mansuetudine e della carità, virtù preziose che rendono vivo ancora oggi l’annuncio gioioso del vangelo.
Don Gianluca
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