“La Forza speciale contro il narcotraffico in Bolivia, la Felcn, ha sequestrato dal 1 gennaio al 10 ottobre più di 229 tonnellate di droga tra marijuana e cocaina, oltre a 17 piccoli aerei. Lo riporta il sito boliviano El Mundo. “Il personale della Felcn ha sequestrato 10,9 tonnellate di cocaina, 2,9 tonnellate di cloridrato e 214,2 tonnellate di marijuana”, ha dichiarato il direttore della forza speciale Santiago Delgadillo, sottolineando che dall’inizio dell’anno sono state realizzate 8832 operazioni antidroga in tutto il Paese. Nelle azioni di contrasto al narcotraffico sono state arrestate 3209 persone tra boliviani e stranieri.
Delgadillo ha dichiarato che la cosa più importante è stata lo smantellamento di 31 laboratori di cristallizzazione del cloridrato, 25 laboratori di riciclaggio e 2583 fabbriche di pasta base di cocaina. La forza ha inoltre sequestrato 17 piccoli aerei per bloccare il ponte aereo che utilizzano i narcotrafficanti per trasportare sostanze stupefacenti dal Perù verso i mercati di Brasile, Cile, Argentina e Paesi europei, utilizzando la Bolivia come Paese di transito”
Prendo lo spunto da questo breve articolo per ribadire la necessaria e importante presenza del Patronato San Vincenzo nella zona del Chapare, ovvero la zona tropicale della regione di Cochabamba. Una zona caratterizzata da sempre dalla produzione di coca.
Chiariamo subito che la produzione di foglia di coca in Bolivia è legale. Molti contadini vivono grazie ai raccolti resi disponibili da questa coltivazione. L’uso tradizionale della coca in Bolivia risale a tempi antichissimi, anteriori all’epoca della colonia. La coca infatti è sempre stata utilizzata a fine religiosi durante l’impero incaico. Successivamente con l’arrivo degli spagnoli il suo utilizzo si è pian piano desacralizzato ed è stata utilizzata sempre più dagli spagnoli per aumentare la resistenza alla fatica delle migliaia di minatori e contadini locali.
La cocaina è solo uno dei numerosi alcaloidi presenti nella foglia. Il consumo di foglia di coca non è assolutamente equiparabile al consumo di cocaina. Le due cose non hanno nulla in comune e gli effetti nono sono neanche lontanamente confrontabili.
Purtroppo però la produzione di coca spesso si intreccia con quella di cocaina e stabilire dove inizia una cosa e finisce l’altra è spesso difficile.
Crediamo che essere presenti in Chapare a livello pastorale e con progetti educativi sia essenziale per dare opportunità di crescita migliori ai giovani di quella zona. Abbiamo da molti anni una casa,“ San Rafael”, che accoglie i minori in situazioni di difficoltà familiare, orfani, o vittime di abbandoni e violenze.
È’ un modo per essere vicini a quella popolazione. Noi vogliamo continuare ad esserci e dare il nostro piccolo contributo. Per questo ringraziamo chi ci permette di farlo sostenendo, anche economicamente, le nostre attività. Grazie di cuore.
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