All’inizio di questo nuovo anno il nostro augurio giunga a ciascuno di voi, che in diversi modi condividete  il cammino dei ragazzi e dei giovani della Ciudad de los Niños, con alcuni versetti del profeta Isaia che parlano della maternità e paternità di Dio:

 

 “Signore Tu sei nostro Padre. Noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma,

tutti noi siamo opera delle tue mani.

Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,

il Signore mi ha dimenticato».

Si dimentica forse una donna del suo bambino,

così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?

Anche se queste donne si dimenticassero,

io invece non ti dimenticherò mai.

Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani,

le tue mura sono sempre davanti a me.”

 

Non mi sentirò mai solo su questa terra.

Mai abbandonato.

Mai rifiutato.

 

Il desiderio, Signore, è di poterti incontrare ogni giorno,

nelle persone umili e semplici,

nel volto di una donna,  consumata dal sole dei quattromila metri,

nella mano di un bambino che si sente sicuro quando afferra quella della sua mamma,

nel pianto di chi si sente solo di fronte all’esperienza della morte.

 

Mai abbandonato.

 

Mi sento da sempre cercato e amato,

anche quando le scelte fatte o i passi intrapresi sembrano perdersi nella nebbia

dell’incomprensione o del rifiuto.

Mi sento da sempre scelto da Te,

perchè altri possano assoparare la gioia di sentirsi amati.

 

Mai rifiutato.

 

Tu Signore sei il mio rifugio,

e nelle mie notti di preghiera

quando il sonno chiude gli occhi e allontana l’ascolto della Parola,

Tu diventi il mio respiro,

il mio soffio leggero.

 

Nelle tue mani Signore consegno la mia vita,

i miei giorni, i miei respiri.

Mai dimenticato,

da sempre accarezzato.

 

Auguri. Che il Signore benedica i nostri giorni.