Abbiamo cominciato la ristrutturazione di un’altra casa nella Ciudad de los Niños, la casa “San Antonio di Padova”, la quarta di otto. Ci abiteranno a breve 10 ragazzi e ragazze, fratelli appartenenti a due famiglie.
I ragazzi in questi primi giorni, curiosi e impazienti di vedere le nuove pareti e i bagni, scrutano il lavoro di demolizione che quattro giovani muratori stanno svolgendo. Delia, quasi diciasettenne, accompagna suo fratellino che si ritrova smarrito a vedere la casa così vuota…
Penso alla mia casa, alle nostre case… e tra le pareti si custodiscono le relazioni che fondano un’esistenza, i ricordi e i sentimenti, le preoccupazioni e a volte le solitudini.
Vorremmo che le case nella Ciudad de los Niños siano luoghi in cui si custodiscano le vite preziose dei ragazzi che le abitano.
Custodire e accompagnare il loro presente, senza giudicare, raccontando a volte la storia della loro famiglia di origine, immaginandoci lo sguardo della mamma o la voce del papà, per non dimenticare le radici a cui appertengono.
Custodire e guarire le ferite che abitano l’esistenza di ogni persona. Le ferite dell’animo, che spesso soffocano i progetti e gli affetti che ognuno di noi possiede. E in questa guarigione vi è la possibilità di perdonare chi ha fatto del male… non per dimenticare ma perchè si possa radicare nuovamente il desiderio di felicità.
Custodire e gioire delle piccole cose quotidiane che plasmano la vita di un ragazzo… pelare le patate o preparare la tavola, attendere i più piccoli o aiutare l’educatrice nelle faccende domestiche, porsi accanto alla sorellina mentre sta facendo i compiti o irrigare le piante del giardino… Dentro la ferialità di una casa si costruisce la vita di ognuno, si da sapore all’essenzialità e alla semplicità, si formano uomini e donne autentici.
E mentre stai pensando alla tua casa o alle case della Ciudad de los Niños… Grazie! Grazie a chi fino ad ora ci ha permesso di realizzare la ristrutturazione di queste prime quattro case e ci è vicino con la sua sensibilità e generosità. Anche questa è familiarità.
gluca
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