“Lavoro da quattro anni. Lavo i piatti presso il ristorante del mio vicino di casa e studio la sera. I soldi che guadagno servono per contribuire a sostenere la mia famiglia, perché lo stipendio di mia madre come impiegata domestica non è sufficiente”, dice Mario. Ha 15 anni di età e in cambio del suo lavoro riceve 400 boliviani al mese”. La sua testimonianza era una di quelle che sono state sentiti nel secondo incontro plurinazionale di Educazione delle bambine, bambini e adolescenti lavoratori, organizzato dal Ministero dell’istruzione. “Non mi vergogno a lavorare, ha detto l’adolescente. Tutti i miei amici e miei insegnanti sanno che io lavoro, ma molti insegnanti non tollerano ritardi. Vorrei che considerassero la situazione”.

Come Mario, nel paese ci sono circa 34.000 studenti che lavorano, guadagnano uno stipendio e studiano allo stesso tempo, ha rivelato il ministro dell’istruzione, Roberto Aguilar. Ha detto che i dati sono stati ottenuti per la prima volta attraverso il registro degli studenti. All’inizio della gestione è stata chiesto a tutti gli studenti del paese se lavorassero e se ricevessero una compensazione economica. 34.000 hanno detto sì, ciò significa che essi sono circa 1,22% dei 2,8 milioni di scolari che registra il sistema educativo boliviano. Secondo i dati del ministero, c’è un altro gruppo di studenti che lavora, ma non riceve alcun stipendio. Sono i ragazzi impiegati all’interno del lavoro domestico o famigliare che corrispondono a 260.000 bambini,” ha detto Aguilar.

Il ministro dell’istruzione ha detto che ciò che si cerca con l’incontro organizzato dal ministero, è di realizzare l’inclusione di tutti i bambini nel sistema educativo.

Il lavoro minorile in Bolivia In Bolivia, la legge che regola il lavoro minorile, promulgata nel giugno 2014 permette il lavoro del ragazzi a partire 10 anni.
Aguilar ha detto che lo stato ha ammesso tale situazione perché il lavoro minorile è una realtà del paese. “Se si negasse, si occulterebbe questa realtà e si creerebbero situazioni peggiori per i bambini che sono ancora in età scolare”. Bambini boliviani difenderanno il lavoro minorile davanti all’ILO

Un gruppo di bambini lavoratori andrà a Ginevra per difendere il lavoro minorile in Bolivia presso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). La legge che regolamenta il lavoro minorile in Bolivia mmette il lavoro dai 10 anni, ma l’organizzazione stabilisce 14 anni come età minima. Il ministro dell’istruzione, Roberto Aguilar, ha riferito ieri che una delegazione di bambini si recherà a Ginevra per spiegare la norma che è stata emanata nel 2014. A suo parere, la legge mira a proteggere i bambini che lavorano in Bolivia, dal momento che essa determina che i bambini che lavorano devono avere almeno due ore per studiare.

Il codice afferma che i bambini possono lavorare da 10 anni a casa e da 12 anni per conto terzi. La Bolivia è tra i paesi che hanno ratificato la Convenzione 138 dell’OIL, che afferma che l’età minima per il lavoro è 14 anni.“A livello internazionale si crede che queta nuova legge sia il peggio che Bolivia potesse fare per i bambini lavoratori. Ma il lavoro infantile è una realtà che non possiamo nascondere, anzi si vuole normare e proteggere il benessere dei bambini che lavorano”, ha aggiunto il ministro Aguilar.

Il viaggio a Ginevrà si realizzerà in occasione della XV Conferenza Internazionale del Lavoro, dal 30 maggio al 10 giugno.