La Bolivia è colpita dalla peggior siccità degli ultimi 25 anni. Una situazione che si aggrava di giorno in giorno, tanto che il governo si è visto costretto a dichiarare lo stato di emergenza nazionale e l’esercito sta trasportando acqua nelle città con autobotti.

A causa della scarsità di acqua in Bolivia la scorsa settimana un viceministro e un funzionario di stato sono stati presi in ostaggio dalle associazioni di quartiere nella città di El Alto. L’incidente non ha portato a conseguenze maggiori, ma questo ci da un’idea della grandezza del problema.

Il presidente Evo Morales ha decretato lo stato di emergenza nazionale, attribuendo tale situazione al cambio climatico.

Sia il governo, attraverso il Ministero dello sviluppo rurale, sia le grandi associazioni agricole concordano sul fatto che la Bolivia sta attraversando la peggiore crisi di mancanza d’acqua degli ultimi 25 anni.

La scarsità di acqua potabile colpisce cinque delle nove regioni della Bolivia.

In più di cento quartieri urbani della città di La Paz, la capitale del paese, sono già due settimane che le autorità hanno imposto un razionamento della risorsa naturale. L’acqua è distribuita soltanto 12 ore al giorno ogni tre giorni.

In alcune delle principali dighe di La Paz, i volumi di acqua a malapena raggiungono l’8%. In un livello addirittura si arriva solo a 1%.

Inoltre, in alcune zone della città, a causa dell’inquinamento e della scarsità d’acqua, si è dichiarata l’emergenza sanitaria.

Se da un lato questo fenomeno ha origine anche dal riscaldamento globale che colpisce duramente i ghiacciai dell’intera catena andina, dall’altro lato diversi gruppi ambientalisti puntano il dito contro il proliferare di grandi piantagioni e le attività estrattive delle miniere.

Diversi fattori si incrociano e concorrono a delineare la situazione attuale. I cambiamenti climatici mettono a rischio quelle enormi riserve di acqua su cui tutta la regione ha sempre contato.

I due più grandi ghiacciai del paese, da cui attingono acqua le principali città boliviane, si sono ridotti di oltre il 40% tra il 1983 e il 2006. La crescita galoppante della popolazione urbanizzata fa la sua parte: negli ultimi 10 anni gli abitanti della capitale La Paz sono raddoppiati.

All’inizio del 2016 si è prosciugato definitivamente il lago Poopò, il secondo più grande bacino del paese. Nonostante le promesse di un maggiore impegno contro i cambiamenti climatici, il presidente Evo Morales viene accusato dagli ambientalisti di non aver ancora fatto nulla di concreto e di non avere un piano di lungo termine né l’intenzione di migliorare la gestione dell’acqua pubblica