Mi chiamo Alessio Dominici, ho 24 anni e vivo a Livorno. Da tempo sognavo di aiutare il prossimo in una maniera un poco più particolare e alla fine ho trovato ciò che faceva al caso mio.

Dopo 2 anni di lavoro a tempo pieno in un negozio ho terminato il contratto e ho deciso di realizzare pian piano tutto ciò che ho sempre voluto fare, tra cui un’esperienza di volontariato dall’altra parte del mondo per dare tutto il mio supporto possibile alle problematiche del posto e allo stesso tempo di ricevere in cambio tutte quelle sensazioni e esperienze che riescono a farti crescere e a farti cambiare, a vedere il mondo con altri occhi… una sorta di dare e avere!

Fu così che nel mese di gennaio mi metto alla ricerca di qualcosa che potesse fare al caso mio e mi imbatto nella IBO Italia, un’associazione che “spedisce” volontari in campi di lavoro in tutto il mondo durante tutto l’anno (a differenza di molte altre Onlus che organizzano i viaggi solo in estate). Casualmente era un periodo in cui avevo appena iniziato a studiare spagnolo per conoscenza personale e proprio in quel momento la voce “Ciudad de los Niños” attira la mia attenzione… un centro di scuole e case-famiglia nel cuore della Bolivia, a Cochabamba, dove vivono bambini e adolescenti con varie problematiche sociali e familiari. Ecco come ciò che sognavo pian piano ha preso forma, e sono riuscito anche a “contagiare” una mia vecchia amica alla quale è bastata una settimana dopo la mia proposta per dirmi “Ale vengo con te.”

In un attimo sono passati 2 mesi e ci siamo ritrovati la, dopo svariate settimane di preparazione valigie e materiali (l’ultimo giorno mi è anche venuta la bella idea di portare con me una terza valigia carica di giochi che avevo da quando ero piccolo, da regalare a tutti coloro che avrei trovato in quel posto tanto atteso). Il 3 aprile comincia la nostra avventura e dopo aver conosciuto Padre Gianluca e 6 bellissimi bambini che ci hanno accolto all’aeroporto, iniziamo subito carichi con dei piccoli traslochi il pomeriggio..non potevamo riposarci, l’adrenalina e la curiosità ha dominato la stanchezza e il jetlag!

E già il giorno successivo facciamo conoscenza con Carla, la responsabile progetti, che ci consegna il programma di lavoro molto curato e dettagliato delle nostre future 3 settimane al centro.                     Il programma comprendeva diversi lavoretti e attività che avremmo svolto io e la mia amica Irene e sostanzialmente la settimana si articolava in questo modo:

La mattina quasi il più delle volte abbiamo svolto lavoretti di trasloco, pulizie e riordino di uffici, magazzini e case-famiglia..dal momento che i bambini erano a scuola la mattina ci siamo impegnati al massimo per svolgere tutto ciò che ci veniva assegnato.

  • Il pomeriggio, dopo i buonissimi pranzi delle cuoche, ognuno di noi ha sempre svolto attività diverse con i bambini. Siamo passati dall’aiuto nei compiti e attività ricreative al lavoro nell’orto con altri                     adolescenti, fino addirittura alla produzione del pane.

Ogni sera ci siamo ritrovati in una casa famiglia sempre diversa per svolgere un piccolo corso di primo soccorso creato da noi per i bambini con le cose più basilari da effettuare in caso di necessità e non presenza di adulti.

Ovviamente dopo il corso siamo rimasti sempre a cena nella casa in cui

si andava e quelli sono stati alcuni dei momenti più intensi a contatto con i bambini, momenti in cui ci siamo imparati a conoscere e abbiamo condiviso giochi e pensieri, risate e balli… momenti in cui abbiamo raccontato aspetti dell’Italia tra una cucchiaiata e l’altra intorno al tavolino, momenti in cui abbiamo consegnato un po’ per volta tutto ciò che ci siamo portati da casa..giochi, disegni, pennarelli e chi più ne ha più ne metta… quelli sono stati i momenti migliori, che porterò sempre con me.

Fantastica è stata l’esperienza al Chapare, un fine settimana in una specie di “succursale” della Ciudad nella profonda Amazzonia..3 giorni duri con un caldo insopportabile ma molto costruttivi, con altrettanti fantastici bambini che ci hanno mostrato la più pura semplicità e ci hanno regalato una giornata al fiume, dove ogni giorno vanno a giocare e a rinfrescarsi. Noi per sdebitarci gli abbiamo fatto assaggiare un po’ di pizza “Made in Italy” fatta con le nostre mani; erano felicissimi.

Quei 3 giorni mi hanno insegnato tanto, mi hanno fatto capire cosa significa accontentarsi con le cose più semplici.. cosa che oggigiorno è sempre più rara e difficile. Colgo l’occasione per mandare un grande abbraccio a Daisy, Tito, Willy,  Guio, Aurelio e a tutti gli altri piccoli componenti di quella casa in mezzo al verde!

Emozioni a non finire in luoghi diversi tra loro… in 20 giorni abbiamo svolto le più svariate cose con curiosità e impegno, dal semplice aiuto nei compiti ai giochi in compagnia…e ovviamente, essendo uomo, non mi sono risparmiato nell’organizzare partitelle di pallone con i ragazzi almeno 2 volte a settimana, cosa che li faceva letteralmente impazzire.

Pessima idea perché a 2700 metri di altezza accennare una piccola corsa ti distrugge, l’aria  manca e il fiato comincia a darti i primi problemi… e i ragazzi mi hanno letteralmente fatto mangiare la polvere.. delle piccole schegge instancabili!!!

Una delle cose più belle è sentirsi chiamare il proprio nome continuamente, ogni qualvolta vieni avvistato in lontananza… e vedere questi bambini correre verso di te e saltarti addosso abbracciandoti è quello che mi porterò sempre nel cuore. Così come l’afferrarti per mano e quel continuo “cargame” per essere presi in braccio. Sono gesti semplici che fanno felici tutti.

Nonostante abbia svolto numerose altre attività nel centro, data l’intenso programma quotidiano svolto dai bambini che li portava a svolgere molte cose con pochi momenti liberi, mi sembra scontato aggiungere che niente è stato più bello di incontrare, ridere, giocare e scherzare con questi “piccoli abitanti” del centro… anche solo 10 minuti con loro mi rendevano felice, mi facevano sentire importante, mi mettevano allegria e mai come in quei momenti mi sono sentito cosi felice di aver fatto questa scelta, di averci creduto fino in fondo.

Per questo vorrei ringraziare tutti, dall’instancabile e intraprendente Padre Gianluca, di cui nutrirò sempre profonda stima per il cuore che ci mette, alla gentilissima Carla, che sempre ha fatto il massimo per organizzare al meglio la nostra permanenza;

e ancora tutte le persone che contribuiscono a rendere quel posto un paradiso per questi bimbi, agli altri volontari e agli educatori che ogni giorno danno il massimo per una causa comune;

un abbraccio immenso a Ronal, Rodrigo, Andrea, Remberto, Pablo, Estela, Milenka, Alex, Alex grande, Fernando, Suzanne, Solange, Brando, Randy, Beymar, Leo, Diego, Agar, Edson, Rudy, Sarahi, Cielo, Dana, Angelina, Edwin e tutti gli altri (impossibile ricordare tutti i nomi!!) affinchè un giorno chissà, leggendo queste righe, si ricorderanno di me;

un grazie alla mia compagna di viaggio Irene con la quale ho condiviso tutto, momenti belli e momenti difficili, sempre supportandoci a vicenda;

ma il grazie più importante lo faccio a me stesso perché volere è potere e quando si vuole qualcosa basta crederci fino in fondo, anche contro mille difficoltà, anche contro i pensieri opposti di chi ti ostacola e di chi non crede in te… perché avendoci creduto ho partecipato a una delle cose più belle che potessi fare nella mia vita e che rifarei altre milioni di volte. Perché adesso mi porterò sempre con me un’esperienza che in piccola parte mi ha cresciuto, che mi ha messo alla prova e mi ha allargato gli orizzonti, che mi ha fatto capire a cosa è giusto dare importanza e quali sono i veri problemi della vita.

Ai futuri volontari voglio dire che se mai avrete un minimo dubbio o paura di intraprendere questa avventura, partite, senza pensarci due volte… dopo, al vostro ritorno ve ne sarete grati.

ALESSIO DOMINICI

Ciudad de los Niños – Aprile 2016