Sto svolgendo a “ciudad del nino” il mio anno di Servizio civile, iniziato il 24 settembre 2015.  Sono venuta a conoscenza dell’istituzione attraverso un progetto pubblicato da CELIM BG un’ ONG che si trova a Bergamo (Italia). Quando un ragazzo decide di candidarsi ad un progetto di servizio civile all’estero, la scelta è sempre molto difficile, si passano intere giornate a visionare centinaia di progetti prima di presentare la candidatura, che può essere soltanto una e il rischio di non essere scelti è molto alto considerando le numerose domande, quindi mi sento super fortunata ad essere qui e poter raccontare la mia esperienza.

Dopo settimane di riflessione ho deciso di inviare la candidatura per questo progetto, mi piaceva molto, era richiesta la mia figura professionale (educatrice), avevo avuto esperienze in questo ambito e volevo capire cosa volesse dire svolgere il mio lavoro oltreoceano, confrontarsi con una cultura diversa dalla mia e con risorse e modi di operare differenti da quelli a cui ero abituata.

Non nego che il primo impatto è stato un po’ turbolento, vieni subito immerso in questa realtà molto grande che se vieni da fuori non hai gli strumenti per comprendere subito, impieghi molto tempo per imparare tutti i nomi dei bambini che sono tantissimi!! ma quando ci riesci è un’ enorme soddisfazione perché riesci a dar loro il senso di unicità di cui hanno bisogno …  poi ovviamente ci sono mille altri strumenti per raggiungere quest’obietto, ma è un buon inizio …

Il mio lavoro a ciudad del nino, dopo aver conosciuto le case è stato gestire la ludoteca, uno spazio dove i bimbi della stessa età divisi in piccoli gruppi hanno la possibilità di trascorrere qualche ora giocando con coetanei a giochi di società, giochi di ruolo, cantare, ballare, divertirsi nei modi più svariati. La ludoteca trovo sia uno spazio meraviglioso in cui i bambini possono apprendere a giocare bene insieme, a condividere i giochi e trattarli con cura , a saper perdere senza arrabbiarsi, a essere liberi di esprimersi …

Adesso, io e le altre volontarie  oltre alla ludoteca passiamo gran parte del tempo nelle case famiglia, aiutiamo gli educatori locali in  ciò che riguarda la gestione della quotidianità dei bimbi e ragazzi all’interno della casa, dall’aiuto compiti, alle docce , al gioco, al momento dei pasti …

Per me  uno degli aspetti stimolanti di lavorare all’interno delle case è che si è in contatto con gli educatori locali ed è molto formativo confrontarsi sui diversi stili educativi.

Un altro aspetto che mi piace molto è che nelle case famiglia ci sono bimbi e ragazzi con differenti età, dai 4 ai 16 anni e questo fa sì che il lavoro sia molto diversificato a seconda dell’età, e soprattutto è una una ricchezza per loro poiché i più piccoli possono apprendere   dai più grandi e gli adolescenti possono mettersi alla prova nell’ accudimento dei piccolini e credo sia un’importante risorsa per entrambi.

In questo momento sono a metà del mio percorso e non ho ancora fatto un bilancio vero e proprio della mia esperienza, ma posso  affermare che porterò con me  sicuramente la bellissima esperienza della gestione della ludoteca,  che mi piacerebbe continuare in Italia, magari qui o altrove … Penso che il gioco sia una meravigliosa opportunità per i bambini per imparare il rispetto delle regole e dei compagni … la capacità di non farmi travolgere dalle storie di vita del passato a volte orribili di questi bimbi e ragazzi, la consapevolezza che bisogna fare i conti con il loro passato e a volte è dura ma  non bisogna cadere nella compassione,   per crescere hanno bisogno di essere educati con dignità e serietà. Poi ovviamente porterò con me un sacco di sorrisi,  momenti buffi, “ramanzine” che hanno portato a qualcosa, gesti inaspettati e soprattutto mi mancheranno decine di bambini che urlano il mio nome dall’altra parte della città solo per salutarmi ….

Silvia Fusaro