Quando l’abbiamo ascoltata, quando abbiamo scandito queste parole: “…era ancora lontano,  il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò…” ci sembrava che quella parabola raccontasse qualcosa della nostra comunità.  L’abbiamo chiamata la parabola dell’Abbraccio.

Nessuno è così lontano da non poter ricevere un abbraccio.

Nessuno.

Così domenica, mentre commentavamo questa parabola, ci siamo detti di quanti abbracci abbiamo potuto godere in questi mesi dentro le case-famiglia della Ciudad de los Niños. In nove mesi abbiamo potuto incontrare circa 15 famiglie di origine dei nostri ragazzi. Considerando che molti sono fratelli, più di 40 ragazzi hanno ritrovato papà o mamma, fratelli o nonni, zii o vicini di casa. Questi incontri sono per noi specchio della Parabola dell’Abbraccio…

…nessuno è così lontano da non poter ricevere un abbraccio.

Non sono facili questi abbracci.

C. è una ragazza di 17 anni e dopo 16 anni conosce per la prima volta sua madre. Dopo un mese suo papà. Ha undici fratelli e fino ad ora ha avuto la possibilità di conoscere solo tre sorelle. Ha bisogno di tempo C. per entrare in profondità in questa nuova relazione e intravedere così le sue autentiche radici familiari. Le domande sono intense: “ perchè solo io sono entrata in comunità? ora non sono più sola, ma sono stata abbandonata? come dire “ti voglio bene” a persone che non conosco?”.

Ce la farà C., ne siamo certi. E poco importa se all’inizio questi abbracci non sono spontanei, ciò che importa è che non si senta così lontano.

Era commosso il padre della parabola al vedere suo figlio… Anche noi non smettiamo di commuoverci per questi incontri che hanno il sapore di una rinascita.

gluca