17 febbraio 1969: don Antonio Berta scrive a don Bepo: “Sono tornato ieri da Cochabamba dove son andato per tre giorni con don Berto Nicoli. Per interessamento di un parroco un gruppo di contadini ci ha offerto 45 hectáreas di terreno (450.000m m2, più o meno come il Vaticano!). Non si spaventi…” Don Bepo non si spaventa affatto e quando don Berta gli propone di costruire una Ciudad a Cochabamba, risponde solo: “Avanti!”. L’11 aprile 1969 l’ottantenne don Bepo affronta il viaggio verso il paese andino: il 30 dello stesso mese firma l’accordo col quale si dà via libera alla costruzione della Ciudad: i lavori fervono e la Provvidenza non manca, così che nel dicembre 1971 arrivano i primi 50 ragazzi. Il centro cresce rapidamente e nel 1974 il grosso della struttura è completato. Un grosso contributo arriva da G. Paolo Collico grazie al quale si realizza la casa di formazione. Nel 1982 don Berta acquista una finca, una fattoria per provvedere al sostentamento dei piccolo ospiti: 400 ettari di terreno (4 Km2!) vicino a un fiume; viene anche realizzata una scuola agricola e zootecnica. Qualche anno dopo viene aperta una seconda casa per 30 ragazzini nel Chapare, in piena Amazzonia boliviana, di solito associata alla coltivazione della pianta di coca e alla produzione della droga, ma che per don Berta e i suoi operatori è la ragione della speranza, della fiducia, del futuro. Don Antonio è affiancato dall’incondizionato sostegno e la collaborazione dei coniugi Invernizzi, Luciano e Terry che sosterranno il fondatore fino alla morte che arriva il 22 maggio 2007. La perdita è grave, ma l’opera del Papi non si interrompe: don Matteo Cortinovis, Fulvio Diploma e ora don Gianluca Mascheroni continuano l’avventura nata dal cuore grande di un prete bergamasco che ha voluto anche dopo morto riposare nel giardino di casa per rimanere presso i suoi figli. Leggi tutto →

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