giovedì 22 settembre ’16

    XXV Settimana tempo Ordinario

     

    Preghiera del giorno

    Signore, fa’ digiunare il nostro cuore perché rinuncia a ciò che l’allontana dal tuo amore e si unisca a Te. Fa’ digiunare il nostro orgoglio, le nostre pretese, le nostre rivendicazioni: rendici più umili e infondi in noi la gioia di servirti.  Fa’ digiunare le nostre passioni, la nostra fame di piacere, la nostra sete di ricchezza, l’azione violenta; nostro solo desiderio sia piacere a Te in tutto. Fa’ digiunare il nostro “io” egoista, centrato su se stesso, che vuole solo il suo vantaggio: che sappia dimenticarsi, nascondersi, donarsi. Fa’ digiunare la nostra lingua, agitata, rapida nelle repliche, severa nei giudizi: fa’ che esprima stima e bontà. Che il digiuno dell’anima salga a Te come offerta gradita e ci meriti una gioia più pura e profonda. Amen

     

    Maurizio, Candido, Exuperio, Vittore e compagni Martiri.

    Euleterio, vescovo di Lione, narra di centinaia di soldati martiri capitanati da Maurizio e appartenenti alla legione “tebea” che furono sterminati perché si rifiutarono di andare in Gallia a perseguitare cristiani. Nel Vallese, dove il loro culto è molto antico, nel 1893 è stata trovata una basilica risalente a quell’epoca

     

    La Parola di Dio del giorno Lc 9,7-9

    In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», altri: «E’ apparso Elia», e altri ancora: «E’ risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Da: “Le lettere di Berlicche” di C. S. Lewis 3.a parte)

    Per capire il senso del brano che proponiamo, si tenga conto che le lettere sono quelle che il diavolo Berlicche scrive al nipote Malacoda, diavolo apprendista e che il nemico di cui si parla è ovviamente Dio. E’ la logica rovesciata per cui ogni cosa viene interpretata dal punto di vista del demonio. 

    Che grande coscienza dovrebbe possedere l’umano per comprendere quanti doni del Nemico, quale parte di eredità butta via ogni momento. Se sapesse la quantità di Grazia che gli viene riversata addosso durante ogni giorno che vive, ogni minuto! Ah, le volte che rimaniamo lì, a digrignare i denti perché il suo angelo custode si batte all’ultima piuma! Certo, questo tipo d’uomo non va in una città lontana a spendere i soldi paterni, si limita a sprecare i doni del cielo andando al lavoro e scordandosi della bellezza che gli è stata regalata. Quanti ne abbiamo dannati, tra la scrivania e la macchinetta del caffè! E a casa, in famiglia, nel tempo libero, credete sia diverso? Quanti anni scialacquati vivendo senza vivere, in attesa di noi! La Chiesa, nel progetto del Nemico, dovrebbe essere quella casa a cui tornare. In cui c’è un padre che ti accoglie e che ti sfama con cose che nutrono. Se però l’umano è convinto di essere il fratello maggiore, penserà di essere già a casa. Quando uno si sente a casa, perché e dove dovrebbe tornare? Proprio questo è il metodo principale per neutralizzare quel “Credo nella Chiesa”: convincere i mortali di non averne bisogno.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i carcerati e tutte le persone in attesa di giudizio

     

    Don’t forget 22-09-1968:

    Muore don Carlo Avogadro, PSV –

     

    142° quadro della serie: “i 1000 quadri più belli del mondo”

    Il grande pittore Antonio Allegri (1489 – 1534) fu detto il Correggio per il luogo in cui nacque, visse e morì, l’omonimo paese in provincia di Reggio Emilia. Egli prese spunto dalla cultura del ‘400 e dai maestri dell’epoca Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Mantegna, per inaugurare un nuovo modo di concepire la pittura ed elaborare un originale percorso artistico, che lo colloca tra i grandi del ‘500. Il quadro di oggi è uno dei suoi più noti capolavori e rappresenta la vicenda di Io, sacerdotessa di Era,

     

     
    cattura

    ANTONIO ALLEGRI detto il CORREGGIO: GIOVE E IO. 1532 – OLIO SU TELA – 163 x 74 cm – KUNSTHISTORISCHES MUSEUM, VIENNA

    come è narrata nelle Metamorfosi di Ovidio: invaghitosi di lei ma timoroso della gelosia di sua moglie, la terribile Giunone, Giove fece calare una fitta nebbia sulla terra e sedusse l’affascinante fanciulla. I modelli antichi furono trasfigurati dal Correggio per creare un’immagine splendida: l’abbandono della ninfa serve ad accogliere una delle figure più virtuosistiche di tutta la pittura del ‘500, la nuvola soffice ed eterea in cui si era mutato Giove per sedurla. Il dipinto fa parte di una serie di 4 quadri commissionati da Federico II Gonzaga, che amava le donne e doveva pure nascondersi dalla sorveglianza della madre, Isabella d’Este. Il tema dei quadri destinati a decorare il suo studiolo a Palazzo Te, era “gli amori di Giove”. La scena della seduzione si svolge nell’atmosfera crepuscolare di un bosco ombroso, dove gli alberi hanno i colori dorati dell’autunno. Per la posa di Io, vista di schiena, Correggio si ispira a un modello classico, mentre il grande vaso da cui scaturisce il ruscello limpido in primo piano allude al padre di Io, il fiume Inaco. Al centro domina la stupefacente apparizione della nuvola, dai colori cangianti dal grigio al viola, che sembra materializzarsi misteriosamente nel luogo segreto dell’appuntamento. Qui Giove non si nasconde nella nube, è la nuvola: occorre un po’ d’attenzione per intravedere l’eterea materia della mano che abbraccia la ninfa o il volto che si china a baciarla in un’atmosfera a metà tra sogno e veglia. Mistero e sensualità sono il fascino del dipinto che sembra “fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni”, anzi, della sostanza leggera di cui sono costituite le nubi. L’opera ha affascinato molti artisti soprattutto nel ‘700 e continua ad affascinare moltissime persone. Si tratta effettivamente di un capolavoro.

    gingol

     

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