mercoledì 27 settembre ’17

    XXV settimana del tempo ordinario

     

     

    l’immagine è una fotografia di Edward Burtynsky

     

    Proverbio del giorno (S. Vincenzo de Paoli)

    Andrete dieci volte al giorno a visitare i poveri e dieci volte al giorno vi troverete Dio.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di S. Vincenzo)

    Misericordioso Gesù, che ti sei voluto nascondere nella persona del povero e che hai detto di ritenere fatta a Te ogni cosa avessimo fatta in tuo nome, concedi che ciò che oggi porterò in dono a un povero con affetto per amor tuo, gli rechi sollievo. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen”.

     

    Vincenzo de’ Paoli

    Nato nel 1581, fino a 15 anni fece il guardiano di porci per pagarsi gli studi. Ordinato prete a 19 anni, in viaggio verso Narbona fu fatto prigioniero dai turchi e venduto come schiavo a Tunisi. La liberazione fece nascere in lui il desiderio di recare sollievo materiale e spirituale ai galeotti. Nel 1612 diventò parroco presso Parigi. Alla sua scuola si formarono preti, religiosi e laici, animatori della Chiesa di Francia; fu interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi) e con S. Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633). Per lui la regina di Francia inventò il Ministero della Carità e da insolito «ministro» organizzò gli aiuti ai poveri su scala nazionale. Morì a Parigi il 27-09-1660.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio Luca 9,1-6

    Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi». Allora partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando la buona novella e operando guarigioni. 

     

    Riflessione per il giorno (Detti di s. Vincenzo de’ Paoli)

    La semplicità è la virtù che mi è più cara di tutte e alla quale mi sembra di stare più attento in ogni mia azione e, se mi è lecito dirlo, vi faccio un po’ di progresso, per la misericordia di Dio. Lavoriamo con spirito di umiltà, con rispetto e compassione; altrimenti Dio non benedirà il nostro lavoro. E ci verrà tolta la povera gente. Giudicheranno che nel nostro modo di fare c’è vanità e non crederanno più a noi. Infatti non si presta fede a chi è solo un gran sapiente, ma a chi ha saputo farsi stimare e amare. Il demonio è molto sapiente, eppure non crediamo a ciò che dice, perché non l’amiamo. A nostro Signore è convenuto prevenire col suo amore coloro che ha voluto che credessero in lui. Facciamo pure tutte le opere che vogliamo; ma se non c’è un po’ d’amore e di compassione verso quelli che istruiamo, essi non ci crederanno. E noi non produrremo che del gran fracasso e poco frutto.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché S. Vincenzo de Paoli protegga il Patronato che porta il suo nome

     

    Don’t Forget!

    VINCENZO DE’ PAOLI E’ PATRONO DEL PATRONATO a cui ha dato il nome. Il Patronato S. V. attuale nasce dall’incontro di don Bepo Vavassori, a quel tempo direttore spirituale in Seminario, col Patronato S. Vincenzo per Giovani Operai fondato nel 1909 dal conte Felice Colleoni che così illustrava la finalità dell’opera: “Nostra intenzione era aprire un luogo destinato a strappare ai pericoli di una vita abbandonata i giovani operai venuti in città ad apprendere un mestiere e in questo luogo, come in un asilo tranquillo e sicuro, custodirli, educarli, assisterli, farne insomma dei bravi figlioli”. Ma nel 1926 l’Opera sopravvive a stento: i ragazzi (una decina) sono alloggiati nel chiostro del Carmine in Città Alta, in ambienti malsani e don Bepo chiede e ottiene di farsene carico (“… il posto non è appetito da nessuno: don Vavassori, il Patronato è suo” dirà il Vicario Generale Mons. Floridi). È il dicembre 1926. Pochi mesi dopo a don Bepo arriva l’ingiunzione di sfratto: cerca un luogo idoneo e lo trova in Malpensata: è la vasta area abbandonata il cui proprietario Ernesto Berner accetta di affittare a don Bepo parte del complesso: sono 10.000 lire all’anno per 14.600 m2 di terreno e una palazzina di 144 m2. Il 9 Ottobre 1927, 12 ragazzi e don Bepo con le sorelle Santina e Tranquilla, si trasferiscono nella nuova sede. È l’atto di nascita del Patronato S. Vincenzo di don Bepo.

     

     

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