venerdì 26 gennaio ’18

    3.a settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine una fotografia di Letizia Battaglia 

     

    Proverbio del Giorno (Madagascar)

    Il dolore è come un tesoro; lo si mostra solo agli amici

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di S. Benedetto)

    “Padre buono, ti prego: dammi un’intelligenza che ti comprenda, un animo che ti gusti, una pensosità che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, uno spirito che ti conosca, un cuore che ti ami, un pensiero che sia rivolto a te, degli occhi che ti guardino, una parola che ti piaccia, una pazienza che ti segua, una perseveranza che ti aspetti. Amen

     

    TIMOTEO e TITO

    Timoteo, di madre giudea e padre pagano, si avvicinò alla comunità cristiana dove per la conoscenza delle Scritture, godeva di grande stima. Paolo lo scelse come compagno di ministero. Tito di famiglia greca, pagano, venne convertito in uno dei suoi viaggi da Paolo che lo mandò a Corinto per riconciliare i cristiani con l’apostolo. Quando va Gerusalemme per l’incontro con gli apostoli, Paolo porta con sé Timoteo –circonciso- con Tito l’incirconciso: nei due riunisce simbolicamente gli uomini della legge e gli uomini dalle genti. Paolo scrisse 2 lettere a Timoteo e 1 a Tito quando erano vescovi di Efeso e Creta.

     

    Ascoltiamo La Parola di Dio (Luca 10,1-9)

    Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.  Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.  Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi…Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Luca Nannipieri)

    Hoc opus quod cernis Biduinus docte peregit. Quando Biduino incise questa frase nell’architrave centrale della chiesa di S. Casciano, vicino Pisa, non stava cambiando solo la storia dell’arte, ma la storia del pensiero. Lì, in modo silenziosissimo, nacque la modernità, intorno al 1180. E non fu un cambiamento di architettura, stile o scultura: fu un cambio di visione. Da secoli nessun architetto o scultore si firmava…A dire il vero qualche firma o paternità dichiarata già era comparsa (Nicholaus alla Sacra di S. Michele, Val di Susa, Wiligelmo al duomo di Modena, e poi Gruamonte, Lanfranco, Diotisalvi, Buscheto). Ma erano attestati di paternità. Quel genio di Biduino scrisse la frase latina che liberamente traduciamo: “quest’opera che tu stai vedendo con attenzione, Biduino la portò a compimento”. È un passaggio fondamentale. Come mai prima, Biduino afferma che la persona c’è, è insopprimibile, il suo nome, la sua identità è insopprimibile, il suo lavoro è insopprimibile, non è un anonimo magma nel fluire del tempo. Biduino con questa dichiarazione afferma che l’artista produce un’opera che tu devi osservare con attenzione così come lui stesso con attenzione e consapevolezza l’ha fatta. Il concetto di persona, che ha una sua dignità, una sua connotazione, una sua identità, un suo nome, segna lì, sull’architrave di quella chiesa pisana, un punto di svolta di prodigiosa forza.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i terremotati del centro Italia, per le vittime e per chi ha perduto tutto

     

    don’t forget:

    EVENTO DELL’ANNO 18 DI OGNI SECOLO: SEC. XVIII – ANNO 1718

    Pace di Passarowitz (oggi Požarevac Serbia) del 21-07-1718 fu il trattato che concluse il conflitto scoppiato nel 1714 tra l’Impero Ottomano e la Repubblica di Venezia, al cui fianco era intervenuta nel 1716 l’Austria. Dal punto di vista politico la pace di Passarowitz, se da un lato pose fine alla secolare lotta tra Venezia e i Turchi, d’altro canto segnò l’inizio del declino della Serenissima e consacrò la presenza turca in Grecia. Grande favorita dal trattato fu però l’Austria, che raggiunse la sua massima estensione nella penisola balcanica.

     

     

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