6.a settimana del tempo ordinario

     

    nel video la colonna sonora del film Platoon scritta da Georges Delerue 

     

     

    Proverbio del Giorno (Nicolàs Gomez Dàvila: aforismi)

    “Tutti si sentono superiori a quello che fanno perché si credono superiori a quello che sono. Nessuno crede di essere quel poco che è in realtà.”.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (inni liturgia delle ore)

    «Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell’ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all’unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen”

     

    GIORDANO DI SASSONIA

    successore di S. Domenico, nel 1219 a Parigi, già laureato nelle scienze sacre, fu conquistato dalla parola di Domenico: decise di vestire l’Abito di Frate Predicatore, il 12 febbraio 1220, mercoledì delle Ceneri. Alla morte del fondatore per unanime consenso dei confratelli, Giordano fu chiamato a succedergli

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Mc 8,14-21)

    In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane». Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non capite ancora?». 

     

    La Riflessione della Giornata (la difesa della vita)

    “Il Vangelo della vita, gioia per il mondo” è stato il tema della 40ª Giornata nazionale per la vita, che la Chiesa italiana ha celebrato il 4 febbraio. Esso coniuga insieme tre temi cardine dell’annuncio e della spiritualità cristiana: Vangelo, vita e gioia. Rispettare, custodire, valorizzare, promuovere la vita in ogni individuo dal volto umano – in ogni fase e condizione del suo essere al mondo – è il compito che il Vangelo avvalora e consegna a ciascuno. Compito che non scaturisce da un “tu devi”, subito come un comando. Ma da un “tu vali”, percepito come una fedeltà. Fedeltà alla vita, in ogni individuo umano. A prescindere dalle appartenenze e dalle provenienze. In ragione della dignità e del valore, lo stesso in me e in lui. Con attenzione privilegiata alle condizioni di piccolezza, fragilità, emarginazione, sofferenza, smarrimento. La casa centrale del Patronato ha affisso all’ingresso di via Gavazzeni 3 un manifesto che richiama la centralità dei valori della vita per ogni uomo e credente e che sottolinea la missione del Patronato nel difendere e promuovere la vita di tutti, italiani e stranieri, bianchi o neri, cattolici o islamici, neonati o anziani: il manifesto rimarrà appeso tutto il mese di febbraio, come invito all’impegno e alla preghiera per questo grande compito. 

     

    Intenzione del giorno

    Perché la vita umana sia difesa sempre e da tutti, dal suo primo inizio fino alla fine.

     

     

    Don’t Forget: Simboli cristiani

    ANCORA: la forma antica dell’ancora cristiana è quella delle prime ancore marine con 2 bracci che si incrociavano e un anello alla sommità dove si passava la corda. Per questa forma caratteristica, divenne presto modo alternativo per rappresentare la croce cristiana, specie nel periodo in cui era pericoloso rivelare l’appartenenza religiosa. Così bastò aggiungere una barra a metà asta divenendo di fatto una croce. Per i primi tre secoli la troviamo raffigurata spesso su tombe ed epitaffi, ma dopo Costantino sparì quasi del tutto sostituita dalla croce. Nel Rinascimento e nell’Umanesimo riappare con significato diverso e diventa simbolo della seconda virtù teologale: la speranza cristiana. Secondo S. Paolo l’ancora è Cristo.

     

     

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