mercoledì 20 giugno ’18

    XI Settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine una fotografia di  Monika Bulaj

     

    Proverbio del giorno

    «Chi a vent’anni non ne ha, a trenta non ne fa, a quaranta perde quel poco che ha»

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Signore, rendici attenti alla sofferenza del mondo: facci scoprire solidali nella povertà con tutti i desolati e gli oppressi della terra. Fa’ che non siamo ciechi alle piaghe degli uomini e sordi ai gemiti dei dolenti. Fa’ che il nostro cuore batta nell’unico palpito del dolore dell’Uomo. Donaci di rifiutare la ribellione e la rassegnazione, per vivere con Te crocifisso l’offerta generosa e totale, che cambia la storia. E la Tua Croce diventi in noi libertà contagiosa dalla paura di amare. Amen.

     

    Margherita Ball martire

    Margherita è una donna irlandese che rimasta vedova, fu arrestata, su denuncia del suo stesso figlio, per avere accolto in casa molti sacerdoti ricercati e, dopo varie torture, morì settuagenaria in un giorno rimasto sconosciuto

     

    La Parola di Dio del giorno (Mt 6,1-6.16-18)

    Gesù disse ai discepoli: «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini…vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Se invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando, non siate come gli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà».   

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Agostino)

    Gesù non ha l’intenzione di esortarci a pregare, ma di insegnarci come dobbiamo pregare; prima non ci raccomandava di fare l’elemosina, ma con che intenzione dobbiamo farla. Difatti ingiunge di purificare il cuore e lo purifica solo l’anelito alla vita eterna in un unico e puro amore della sapienza.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Guareschi: don Camillo)

    Don Camillo: “Signore, cos’è questo vento di pazzia? Non è che il cerchio sta per chiudersi e il mondo corre verso la sua autodistruzione?”. “Don Camillo, perché tanto pessimismo? Allora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?”. “No, Signore. Io volevo solo dire che oggi la gente crede soltanto in ciò che vede e tocca. Ma esistono cose essenziali che non si vedono e non si toccano: amore, bontà, pietà, onestà, pudore, speranza. E fede. Cose senza le quali non si può vivere. Questa è l’autodistruzione di cui parlavo. L’uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L’unica vera ricchezza che in migliaia di secoli aveva accumulato. Un giorno non lontano si troverà come il bruto delle caverne…Signore, se questo accadrà, cosa possiamo fare noi?”. Il Cristo sorrise: “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i profughi e i rifugiati di tutto il mondo.

     

    Don’t forget! 20 GIUGNO: GIORNATA MONDIALE RIFUGIATO

     

    219 quadro dei “1.000 quadri più belli del mondo”

    NICOLAS POUSSIN “IL BALLO DELLA VITA UMANA AL SUONO DEL TEMPO” 1640 – olio su tela – 82,5 x 104 cm – “Wallace Collection” Londra

     

    Nicolas Poussin (1594-1665) è francese di nascita, ma può considerarsi italiano a tutti gli effetti, sia perché in Italia ha quasi sempre vissuto e operato, sia perché la sua arte è frutto della grande tradizione italiana rinascimentale. Dopo l’attività giovanile a Parigi, intraprende un viaggio in Italia, a Venezia prima e dal 1624 a Roma dove rimane fino alla morte. Il quadro di oggi fa parte di una lunga tradizione in cui si cerca di rappresentare il tempo in tutte le sue forme. Attraverso questa scena emblematica, Nicolas Poussin vuol dare una definizione del tempo e della vita, come suggerisce il titolo dell’opera che è “Il ballo della vita humana”. Il suo committente fu il cardinale Giulio Rospigliosi. La vita è rappresentata dal ballo di 4 donne, mentre il tempo è il vecchio seduto con la lira, al cui suono le donne si prendono per mano e danzano variando incessantemente le sorti degli uomini. Le 4 figure non sono le stagioni (come sembrerebbe a una prima lettura) ma la Povertà che dà la mano al Lavoro, che dà la mano alla Ricchezza, che dà la mano al Piacere, che dà la mano alla Povertà e così via, circolarmente. Il putto che sulla sinistra sta facendo le bolle di sapone “indica la transitorietà e futilità del tempo”, mentre l’altro che in basso a destra contempla la clessidra indica lo scorrere irreparabile del tempo (fugit irreparabile tempus). In alto, il carro del Sole percorre il cielo, preceduto dall’Aurora e seguito dalle Ore, ma c’è Fetonte che chiede al sole di guidarlo, con le conseguenze che sappiamo: il giovane perde il controllo del carro e provoca tali guai che il sole è costretto a scagliarlo nel Po, dove annega. Fetonte è “il simbolo dell’illimitato desiderio che deve fare i conti con la limitata potenza dell’uomo”. Sulla sinistra c’è l’immagine bifronte di Giano: un volto giovane e uno vecchio. La struttura del dipinto è ben elaborata, come è tipico di Poussin. La danza si sviluppa in un movimento circolare, che a sua volta si trova all’interno di un triangolo. La ricchezza che divide il cerchio e il triangolo a metà, è la figura centrale della composizione. Evidenziando le 4 figure allegoriche che danzano in cerchio il pittore evidenzia il concetto che le circostanze della vita formano opposti (Povertà contro ricchezza, Lavoro contro Piacere) che però sono collegati fra loro: senza povertà non c’è lavoro, ma senza lavoro non c’è ricchezza e senza ricchezza non c’è il piacere, cioè il tempo libero.

     

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