mercoledì 16 gennaio ’19

    1a Settimana del Tempo Ordinario

     

    nell’immagine un dipinto di Gaetano Chierici

     

    Proverbio del Giorno

    QUISQUE FABER FORTUNAE SUAE. = Ognuno è artefice del proprio destino.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera a S. Giuseppe per il lavoro)

    Giuseppe, aiutami a essere coscienzioso nel mio lavoro così che possa restituire ciò che ho ricevuto. Fa’ che possa lavorare in uno spirito di gratitudine e gioia, consapevole dei doni ricevuti da Dio che mi consentono di vivere serenamente. Aiutami a lavorare in pace, con pazienza e moderazione, tenendo a mente che dovrò rendere conto a Dio del tempo e talenti inutilizzati e che per chi è rimasto fedele nel poco, ci sarà la ricompensa sul molto. Amen

     

    OTTONE, PIETRO, ACCURSIO E ADIUTO

    furono inviati da S. Francesco nelle terre dei Saraceni. Giunti in Spagna, predicarono la fede di Cristo nelle Moschee: trasferiti nel Marocco con l’ordine di non predicare più, continuarono ad annunciare il Vangelo. Per questo furono torturati e decapitati nel 1220. Al martirio, Francesco esclamò: “Ora posso davvero dire di avere 5 Frati Minori”.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno

    In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Speriamo che Gesù tocchi la nostra mano affinché i nostri atti siano purificati. Che entri a casa nostra: solleviamoci dal nostro letto, non rimaniamo coricati. Gesù sta al nostra capezzale e noi rimaniamo coricati? Su, in piedi! “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” (Gv 1,26); “Il Regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc 17,21). Abbiamo fede, e vedremo Gesù presente in mezzo a noi.

     

    Meditazione del giorno (Vittorio Messori)

    Non sappiamo che farcene di preti sociologi, sindacalisti, politologi, psicologi, ecologi, sessuologi e di tuttologi, perché non c’è bisogno di preti, frati, monaci che esercitino i mestieri che dicevo, per giunta spesso da improbabili orecchianti. Non si dimentichi mai che quella che soltanto il consacrato può esercitare, quella dove non ha e non può avere “concorrenza”, è la funzione di tramite, di legame, tra l’uomo e Dio. Nell’amministrazione, appunto, dei sacramenti. E‘ il “santificare” il munus che – per ridurci all’essenziale – ne giustifica l’esistenza e la presenza. Ottimo, se ben condotto, l’impegno clericale nel sociale, nella cultura, in ogni campo dell’attività, della cultura, del lavoro umani. Ottimo ma non indispensabile: anche noi laici quegli impegni sappiamo esercitarli e li esercitiamo, spesso, meglio. Ma solo un uomo cui sono state imposte le mani scandendo sul suo capo le parole alte e terribili tu es sacerdos in aeternum, solo un uomo così può assicurarci il perdono di quel Cristo di cui è tramite; e può trasformare, nella fede, il vino e il pane nel sangue e nella carne del Redentore.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché il dialogo fra le nazioni segni il superamento delle barriere che dividono i popoli.

     

    DON’T FORGET: EVENTI DELL’ANNO 19 DI OGNI SECOLO: SECOLO X – ANNO 919

    A Roma Giovanni X° (860–929) è il 122º Papa nella successione apostolica dal 914 al 928. Nelle lettere dirette a Berengario del Friuli e ai vescovi Adalberto di Bergamo ed Ardingo di Brescia, Giovanni X, mentre lamenta le difficoltà in cui versa la Chiesa, espone la sua dottrina dei rapporti fra regno e sacerdozio, basata sulla separazione e collaborazione, di là da ogni pretesa di subordinare il primo al secondo, che è la risposta ai problemi connessi con la crisi di autorità che si era abbattuta sull’Europa occidentale dopo la fine dell’impero carolingio»

     

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