venerdì 24 maggio ’19

    5a Settimana di Pasqua

     

     

    nell’immagine un dipinto di Tamara de Lempicka

     

     

    Proverbio del giorno

    «Il pensiero rende l’uomo più grande di una montagna (Cina)»

     

    Iniziamo La Giornata Pregando

    Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

     

    MARIA SS. AUSILIATRICE

    “Auxilium Christianorum” è il titolo dato alla Vergine Maria in ogni tempo. S. Giovanni Bosco fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice, la cui festa era stata istituita sotto questo titolo e posta al 24 maggio da papa Pio VII il 24 maggio 1815. Il sacerdote apostolo della gioventù, fece erigere in soli tre anni nel 1868, la basilica di Maria Ausiliatrice nella cittadella salesiana di Valdocco – Torino; sotto la Sua materna protezione pose gli Istituti religiosi da lui fondati e ormai sparsi in tutto il mondo.

     

    Parola di Dio del giorno (Giovanni 15,12-17)

    Disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».

     

    Riflessione del Giorno (Centro Culturale gli scritti)

    Tutti sono contro il lavoro precario. E si capisce. Ma le argomentazioni sono spesso ridicole: “siamo contro il lavoro precario, perché impedisce di mettere su famiglia”. Non ci si rende conto – o si fa finta di non rendersi conto – che tutti “vogliono” vivere precariamente. Mettere su una famiglia è uscire da una prospettiva precaria, vuol dire accogliere una responsabilità che dura una vita. In periodi diversi, in periodi di crisi, come nel corso della guerra o nel dopoguerra, non era precaria la prospettiva di una vita familiare ed allora ci si sposava anche senza soldi e casa. Non si era precari mentalmente e si poteva accettare l’instabilità economica. Oggi si pretende che l’unica sicurezza sia il lavoro, mentre si accetta che tutto il resto sia precario. Ci si indigna del precariato e non delle copie di fatto, che sono il precariato elevato a sistema! Chi non stima le coppie di fatto non è moderno: è un assioma della cultura precaria.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i cresimandi e i cresimati delle nostre parrocchie

     

    Don’t Forget! – PERSONAGGIO DELLA SETTIMANA: I SANTI DELLA CARITA’

    PIERGIORGIO FRASSATI (1901-1925)

    Nasce a Torino il 6-4-1901, da Adelaide Ametis e da Alfredo Frassati, fondatore e direttore de “La Stampa”, senatore del Regno d’Italia e ambasciatore a Berlino. Poco aiutato nell’educazione religiosa dalla famiglia, fin da bambino sviluppa spontaneamente una fede profonda e saldissima, nutrita di sacramenti e dall’assidua preghiera. Frequenta il ginnasio presso la statale “Massimo d’Azelio” e i Gesuiti, dove inizia la pratica della comunione quotidiana. Si iscrive all’Apostolato della Preghiera; partecipa inoltre alle attività di varie associazioni cattoliche: Compagnia del SS. Sacramento (1914); Congregazione Mariana (1918); Confraternita del Rosario (1918); Conferenza di S. Vincenzo (1918); FUCI Torinese (1919); Giovani universitari dell’Adorazione Notturna (1920); Giovani Operai (1920); “Milites Mariae” della Società della Gioventù Cattolica (1922); Terz’Ordine Domenicano (1922), nel quale assume il nome di fra’ Girolamo, ispirandosi a Savonarola. Esprime la sua carità, in particolare, nella Conferenza di S. Vincenzo che lo spinge a donarsi ai poveri; tanto che la poliomielite che lo porterà alla morte verrà da lui contratta durante una delle sue visite nelle case della povera gente.

     

    Organizza collette, manda inviti ed aiuti, sollecita interventi medici, assunzioni per i disoccupati…visita regolarmente il “Cottolengo”. Lo si vede passare per Torino col carretto carico di masserizie per il trasloco di una famiglia in miseria…Nato in famiglia di ricchi, fa per sé una scelta di povertà, che lo porta a dare ogni denaro a favore del prossimo. Di carattere gioviale, trascinatore, robusto ne fisico e nell’animo, difende con fermezza le sue idee e la Chiesa nel difficile passaggio storico del primo dopoguerra; allo stesso modo capace, però, di grandi delicatezze d’animo. Con gli amici e le amiche della FUCI fonda la Società dei Tipi Loschi, per condividere in letizia e comunione fraterna le gite in montagna e l’amicizia fondata sulla fede e preghiera reciproca. Socio convinto delle organizzazioni cattoliche, ne promuove la diffusione e partecipa con entusiasmo a incontri e raduni nazionali. Attento alla società e alla politica, si iscrive al Partito Popolare di don Sturzo e col padre, liberale, condivide l’avversione per il fascismo.

    Nel giugno 1924 gli squadristi assalgono la loro casa e Pier Giorgio li fa fuggire. Studia da ingegnere meccanico-minerario. La sua scelta è determinata dal desiderio di poter essere vicino a quel mondo operaio, particolarmente provato. Durante un soggiorno in Germani si dedica alla visita di musei, impianti minerari, circoli giovanili e opere cattoliche di assistenza ai poveri, traendone conferma della sua vocazione laicale. E’ laureando, quando la malattia lo stronca improvvisamente, il 4 luglio 1925. Ai suoi funerali, tra la folla numerosissima, sono presenti in particolare i poveri da lui beneficati. Viene sepolto a Pollone presso Biella, luogo di origine della famiglia e dove egli era solito trascorrere le vacanze. La sua figura diviene subito popolare, specialmente a opera del suo antico precettore don Cajazzi che ne scrive la biografia. Vengono intitolati al lui ben 200 circoli giovanili.  Viene beatificato da Giovanni Paolo II in piazza S. Pietro, il 20 maggio 1990. Nello stesso anno la sua salma viene traslata solennemente nel duomo di Torino. Molto conosciuto e amato anche fuori d’Italia, trasmette un’ispirazione attualissima alla ricerca di santità del nostro tempo.

     

     

     

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