lunedì 29 luglio ’19

    XVII Settimana del tempo ordinario

     

     

    Proverbio del giorno

    Mangiare pane d’ozio è da parassiti; guadagnarlo lavorando è dovere; rifiutarsi di condividerlo è crudeltà

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Allontana, o Signore ogni danno che possa pervenirci dalle difficoltà del viaggio, dalla stanchezza del corpo, dalla velocità sconsiderata. E come ti degnasti o Signore, di assegnare al figlio di Tobia l’Angelo Raffaele quale compagno di viaggio, così libera i tuoi figli da ogni pericolo dell’anima e del corpo, affinché camminando rettamente in tua presenza per le vie del mondo, meritino di raggiungere il porto della eterna salvezza. Per Cristo Signor nostro. Amen

     

    Marta sorella di Maria e Lazzaro di Betania.

    Nella loro casa Gesù sostava durante la predicazione in Giudea. Il Vangelo la presenta come donna di casa, indaffarata per accogliere il gradito ospite, mentre la sorella Maria se ne sta quieta in ascolto. Marta ricompare nell’episodio della risurrezione di Lazzaro, dove chiede il miracolo professando la fede nella onnipotenza del Salvatore e nella risurrezione dei morti, e durante un banchetto al quale partecipa Lazzaro, da poco risuscitato. I primi a dedicare una celebrazione a S. Marta furono i francescani, nel 1262.

     

    Vangelo del giorno (Giovanni 11,19-27)

    In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Il contadino Paavo di Johan Ludvig Runeberg)

    Paavo, contadino a Saarijärvi, lì nel freddo Nord coltiva i campi: terra amara, braccia laboriose, e confida in Dio per il raccolto. Vive con sua moglie e con i figli e divide il pan del suo sudore. Ara e sparge segale sui campi. Primavera vien, la neve scioglie e l’acqua porta via metà raccolto; vien l’estate, con le grandinate e mezze spighe porta via di nuovo; vien l’autunno e il gelo toglie il resto. Si dispera e dice la sua donna: “Paavo, Paavo, uomo disgraziato, Dio ci abbandonò, tendiam la mano: accatton non muore almen di fame”. Paavo dice calmo: “Cara moglie, Dio ci prova, ma non ci abbandona. Macinata fine, la corteccia mescola alla segale nel pane che ci sosterrà per tutto l’anno; poi seminerò più vasto il campo, e confido in Dio per il raccolto”. Fa la donna il pan con la corteccia. Paavo vende il gregge e compra seme, ara e sparge segale sui campi. Primavera vien, la neve scioglie e l’acqua porta via metà raccolto; vien l’estate con le grandinate, e mezze spighe porta via di nuovo; vien l’autunno e il gelo toglie il resto. Si dispera e dice la sua donna: “Paavo, Paavo, uomo disgraziato, Dio ci abbandonò, la morte è brutta ma più brutta questa vita appare.” Paavo dice calmo: “Cara moglie, Dio ci prova ma non ci abbandona. Doppia dose di corteccia fine mescola alla segale nel pane; poi seminerò più vasto il campo, e confido in Dio per il raccolto”. Pan più duro e amaro fa la donna, Paavo vende tutte le sue vacche, compra il seme ed ara vasti campi. Primavera vien, la neve scioglie ma non porta via con l’acqua i semi, vien l’estate con le grandinate ma le spighe restan sui suoi campi, vien l’autunno senza gelo o brina: biondo il campo porta ricca messe. S’inginocchia Paavo e dice grato: “Dio ci prova ma non ci abbandona”. In ginocchio dice la sua donna: “Dio ci prova ma non ci abbandona – ma con gioia aggiunge volta a Paavo: “Paavo mio vai lieto e mieti i campi, giorni ameni avremo e in abbondanza: d’ora in poi gettiamo la corteccia e mangiam di segala un buon pane!” Paavo dice calmo: “Cara moglie, queste prove non sopporta l’uomo che non sa aiutare suo fratello. Fai ancora pan con la corteccia ché il vicino ha i campi suoi gelati!”

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per la comunità cristiana: sappia nutrirsi della parola di Dio per vivere la vita nuova dei figli di Dio e sia capace di avvicinare anche i più piccoli alla lettura della Bibbia

     

    Don’t Forget!

    100 immagini che hanno cambiato il mondo

     

    LA CONQUISTA DEL POLO SUD – 14 DICEMBRE 1911

    ROALD AMUNDSEN

    A differenza di quel che avvenne a Peary nella conquista del Polo Nord, nessuno mise in discussione la conquista del Polo Sud da parte di Roald Amundsen con i suoi quattro compagni norvegesi. Partito 16 mesi prima dalla Norvegia, poté piantare la bandiera sul punto più meridionale del pianeta il 14.12-1911. La foto pubblicata nel libro “The year 1912 illustrated” lo ritrae con gli sci ai pedi presso la slitta e la bandiera della Norvegia alle spalle e in primo piano un gruppo di cani da slitta accucciati. Così Amundsen entrava nel mito e la sua leggenda sarebbe stata consacrata dalla tragica fine sedici anni dopo, quando l’esploratore scomparve col suo idrovolante nel tentativo di portare soccorso all’equipaggio del dirigibile Italia disperso nell’Artide.

     nell’immagine in dipinto di Alessandro Busci

     

     

     

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