Proverbio del giorno (Proverbio arabo)
Se ti fermi ogni volta che un cane abbaia, non arriverai mai a destino.
Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera colletta)
Gesù, Agnello di Dio, Tu vai verso Giovanni, ed è come se venissi incontro a ciascuno di noi. Sei sempre Tu che prendi l’iniziativa, che vuoi incontrarci, mentre noi fatichiamo a riconoscerti. Donaci, come hai fatto con Giovanni, lo Spirito per accoglierti, per comprendere che sei Tu il Signore della nostra vita e per renderti testimonianza. Amen
DAMASO I PAPA
Spagnolo d’origine, ma nato a Roma, Dàmaso divenne Papa nel 366, dopo la pace costantiniana. Si adoperò affinché la catacombe non cadessero in rovina e non fosse perduta la memoria dei martiri. Ma non fu solo archeologo e letterato, agì con fermezza di fronte all’imperatore, e commissionò a S Girolamo la traduzione in latino della Bibbia. Morì nel 384
La Parola di Dio del giorno (Matteo 11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
Riflessione del giorno (JORGE LUIS BORGES: I giusti – La cifra, 1981)
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché prepariamo la via del nostro cuore ad accogliere il Cristo che viene a salvarci
Don’t forget!
11-12-1999: + don Abramo Bagardi, prete del PSV
Giovanni Calabria nasce a Verona l’8 ottobre 1873. Cresce in povertà, perché suo papà, con il lavoro da ciabattino, non riesce a procurar pane per tutti e neppure la mamma, anche se si sfianca come lavandaia e stiratrice. La situazione si aggrava con la morte prematura del papà e allora deve cercarsi un lavoro, ma la famiglia è sul lastrico, sfrattata e ospitata per pura carità. Mamma è preoccupata per quel ragazzo, che non riesce a trovare un lavoro adatto a lui: vuole farsi prete, è troppo sognatore e idealista, combina pasticci in ogni attività che intraprende, tanto da venir sempre licenziato dopo qualche mese. È un prete di Verona, don Scapini, a dargli credito e a impegnarsi a prepararlo per farlo entrare in seminario. E ci riesce, a dimostrazione che quel ragazzo tonto non è, anche se pesano le tante lacune di studi non fatti. In seminario, se pur riconosciuto come buono, devoto e sensibile, resta come ostacolo insormontabile la sua scarsa preparazione. Nel dubbio se sia opportuno fargli iniziare gli studi teologici, lo mandano a fare il servizio militare. La partita sulla sua ordinazione si riapre con il rientro in seminario, con i detrattori che continuano a rimarcare le sue lacune e con i “fans” (in primis don Scapini) che ne esaltano le doti e le qualità. Sono questi ultimi, alla fine, ad avere la meglio e arriva al sacerdozio alla soglia dei 28 anni, l’11-08-1901.
L’episodio che orienta decisamente la sua vita sui binari della carità ha come protagonista uno zingarello scappato ai suoi padroni, che accoglie in casa sua, affidandolo alle cure di sua mamma. Dopo questo, tanti altri, strappati alla strada e ad una vita di miseria che lui chiama “Buoni fanciulli” e per loro nel 1907, apre la prima istituzione, perché in casa sua non ci stanno più tutti. Cominciano a piovere giudizi non proprio benevoli da parte di confratelli, che definiscono pazzia bella e buona questa sollecitudine per i poveri. Così come sono malevoli i commenti sulla sua nomina a confessore dei chierici, voluta dal vescovo, al quale non è sfuggito come la gente stia assediando il suo confessionale per cercare assoluzione e consiglio, fiutando in lui quella santità sacerdotale, che al Popolo di Dio di norma non sfugge mai. Nascono così i “Poveri Servi della Divina Provvidenza”, seguiti qualche anno dopo dal ramo femminile, tutti chiamati a “mostrare al mondo che la divina Provvidenza esiste, che Dio non è straniero, ma che è Padre, e pensa a noi”. Li vuole attivi nelle zone più povere, “dove nulla c’è umanamente da ripromettersi” ed indica come loro tesori “le creature abbandonate, reiette, disprezzate: vecchi, malati, peccatori”, avendo come obiettivo principale di “ravvivare nel mondo la fede e la fiducia in Dio, Padre di tutti gli uomini. Pur insegnando ai suoi figli che “la prima Provvidenza è la testa sul collo”, li sprona e li incoraggia: “Urge il ritorno pratico alle pure sorgenti del Vangelo… O si crede, o non si crede; se non si crede, si stracci il Vangelo”. Una frangia dei suoi figli non gli risparmia amarezze e delusioni, anche mediante un ricorso in Vaticano che provoca una “visita apostolica” durata ben 12 anni. Il 3-12-1954 compie un ultimo gesto di carità, offrendo la vita al Signore per il papa Pio XII, agonizzante. Lui muore il giorno successivo, mentre il Papa, misteriosamente e improvvisamente, ricupera la salute. Don Giovanni Calabria è stato beatificato nel 1988 e canonizzato il 18 aprile 1999.
nell’immagine un dipinto di Oswald Achenbach
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