mercoledì 18 dicembre ’19

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di Asta Norregaard

     

     

    Novena di Natale:

    “O Signore, guida della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto e sul monte Sinai ci hai dato la legge: vieni a liberarci con braccio potente”.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Orazione)

    Signore Gesù Cristo, che sei morto in croce, per salvare dal male chi crede in te, liberaci dalle opere della carne: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Donaci i frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, perché possiamo camminare secondo lo Spirito ed ereditare il tuo regno. Amen

     

    GRAZIANO (GAZIANO) DI TOURS VESCOVO

    Gregorio di Tours (m. 594) racconta che nell’anno 250 furono inviati da Roma 7 vescovi per evangelizzare la Gallia. Fra loro figura Catianus che avrebbe retto la sede di Tours per 50 anni.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del Giorno (Luca 1,5-25)

    Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, gli apparve un angelo che gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita, tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto”.

     

    Riflessione del giorno (Gli auguri di P. Pietro Gheddo Natale 2001)

    Di questi tempi abbiamo tutti paura per il nostro futuro ed è difficile in questa situazione fare gli Auguri di Buon Natale. Ma dopo aver visitato quasi tutti i Paesi dell’Islam e trascorso il settembre scorso in Bangladesh, posso affermare che la vera soluzione al nostro problema sta nel tornare a Gesù di Nazareth, il Bambino Figlio di Dio che rinasce a Natale. Dobbiamo ricuperare il senso forte della fede e dell’identità cristiana. Voi siete battezzati. Il Vangelo lo conoscete tutti e lo spirito di Gesù è quello delle Beatitudini. Oggi non c’è che rafforzare questa identità e vita cristiana. Un fatto spirituale non si può combattere con mezzi solo militari, finanziari, diplomatici, politici, culturali. Bisogna confrontarsi con mezzi spirituali: altrimenti siamo su un’altra lunghezza d’onda e non ci capiamo più. Se l’Occidente perde la sua tradizione cristiana è sconfitto dai popoli giovani che hanno una fortissima identità religiosa. Per la nostra stessa sopravvivenza dobbiamo dare testimonianza del Vangelo, se non vogliamo finire come l’Impero romano decadente (nei secoli II-V), travolto dai barbari e dalle giovani comunità cristiane che in Gesù di Nazareth ci credevano davvero…

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per chi ha perduto la casa, il lavoro, la salute, gli affetti…

     

    Don’t forget! Santi e Beati della Carità – Pietro Pascasio (1225-1300)

    Pedro Pascual (nome spagnolo) nacque a Valencia verso il 1225 e la nascita fu attribuita alle preghiere di S. Pietro Nolasco. I primi studi li fece presso i Benedettini; nel 1241 si recò all’Università di Parigi, compagno di studio di S. Bonaventura e S. Tommaso, si addottorò nel 1249 e ordinato prete.  Tornato a Valenza venne nominato canonico, dedicandosi alla predicazione, finché nel 1250 entrò nell’Ordine di Maria della Mercede, prese ad insegnare teologia e lettere nel convento di Saragozza, fra i suoi discepoli ebbe anche Sancio figlio del re Giacomo I, che accompagnò poi a Viterbo dove il giovane venne nominato vescovo di Toledo da papa Clemente IV, il 31 agosto 1266.  Collaborò con Sancio nella direzione della Diocesi, finché questi caduto prigioniero dei Mori, venne decapitato nel 1275. Negli anni seguenti Pietro Pascasio percorse la Spagna e il Portogallo, predicando, portando conforto ai cristiani schiavi degli arabi e costruendo vari conventi dell’Ordine dei Mercedari. Nel 1291 per conto dell’Ordine, partì per Roma, predicando per tutta la Francia e l’Italia, arrivando ad Orvieto dove si trovava papa Niccolò IV; nel 1296 era di nuovo a Roma dove il papa Bonifacio VIII, lo nominò vescovo di Jaén. Tornato in Spagna lavorò per riordinare la sua diocesi, senza vescovo da sei anni, a causa della occupazione dei Mori musulmani.

    E visitando la diocesi venne catturato dagli arabi nel 1297 e trasportato a Granada dal re musulmano Moley Mahomed che lo fece suo schiavo, ma essendo tributario del re di Castiglia, gli diede la libertà di girare in città a confortare gli schiavi e istruire cristiani liberi. Pietro Pascasio comunicò al Papa la situazione di prigioniero: il Papa scrisse alla curia di Jaén di raccogliere elemosine per la liberazione del vescovo; per due volte fu raccolta la cifra e per due volte Pietro preferì utilizzarla per la liberazione di donne e fanciulli in pericolo.  Dalle sue opere si vede la sua conoscenza delle lingue parlate in quell’epoca in Europa, ma anche dell’arabo, dell’ebraico e aramaico; disputava con giudei e musulmani, confutando i loro errori dottrinari.  I musulmani irritati dagli attacchi all’Islam, siccome alcuni di loro si convertivano, lo rinchiusero in prigione, lo condannarono alla pena capitale, decapitandolo il 6 dicembre 1300.

     

     

     

     

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