martedì 14 gennaio ’20

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di Hugo Simberg

    Proverbio del giorno

    Un dolore condiviso è un dolore dimezzato. Una gioia condivisa è una gioia raddoppiata.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (S. Gregorio di Nazianzo)

    Se non fossi tuo, mio Cristo, mi sentirei creatura finita. Sono nato e mi sento dissolvere. Mangio, dormo, riposo e cammino, mi ammalo e guarisco, mi assalgono senza numero brame e tormenti, godo del sole…e di quanto la terra fruttifica. Poi io muoio e la carne diventa polvere come quella degli animali che non hanno peccati. Ma io cosa ho più di loro? Nulla, se non Dio. Se non fossi tuo, Cristo mio, mi sentirei creatura finita.

     

    FELICE DA NOLA Prete martire del III sec di Nola in Campania.

    Durante le persecuzioni, patì in carcere atroci torture e, una volta ristabilita la pace, fece ritorno tra i suoi, ritirandosi in povertà fino alla vecchiaia, come testimone fedele e coraggioso di Gesù.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 1,21b-28).

    In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell’uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!».La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Comunità di Taizé)

    All’intimo della condizione umana rimane l’attesa di una presenza, il silenzioso desiderio di una comunione. Non lo dimentichiamo mai, questo semplice desiderio di Dio è già il principio della fede. E poi, nessuno riesce a comprendere tutto il vangelo da solo. Ciascuno può dirsi: in questa comunione unica che è la Chiesa, ciò che non comprendo della fede, altri lo comprendono e lo vivono. Non mi appoggio solamente sulla mia fede ma sulla fede dei cristiani di tutti i tempi, quelli che ci ha preceduti, a partire dalla Vergine Marie e dagli apostoli fino a quelli di oggi. E giorno dopo giorno mi dispongo internamente ad aver fiducia nel Mistero della Fede. Allora è chiaro che la fede, la fiducia in Dio, è una realtà semplicissima, così semplice che tutti la possono accogliere. È come un sussulto ripreso mille volte lungo tutta l’esistenza e fino all’ultimo soffio.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché possiamo vivere, come i primi discepoli, la gioia dell’incontro con il Signore

     

    Don’t Forget! EVENTI DELL’ANNO 20 DI OGNI SECOLO: 820

    In Francia regna Ludovico I (778–840) detto Ludovico il Pio re dei Franchi e imperatore dell’impero carolingio. A Roma in carica è Pasquale Papa dall’anno 816 all’824. Durante il suo papato promosse l’evangelizzazione nell’Europa del Nord. A Roma consacrò l’imperatore Lotario e scomunicò l’imperatore bizantino Leone V per aver ripreso la politica iconoclastica abbandonata dai suoi predecessori. A Venezia iniziano i lavori per la costruzione della basilica di San Marco.

     

    1 “1.000 quadri più belli del mondo”

    JOOS VAN CRAESBEECK: LE TENTAZIONI DI S. ANTONIO

    1650 – Olio su tela – 78 x 116 cm – Staatliche Kunsthalle – Karlsruhe- Germania 

    Il pittore fiammingo Joos van Craesbeeck (1605/06 ca. – 1660 c.a) era nato a Neerlinter (oggi villaggio del Brabante Belga). Anche suo padre si chiamava Joos ed era fornaio, mentre la madre si chiamava Gertruid van Callenborch. Come pittore ebbe ruolo importante nello sviluppo della pittura fiamminga di genere a metà del XVII secolo con le sue scene da taverna e con ritratti strani e angoscianti come in questo caso. Le tentazioni di S. Antonio sono raccontate da S. Atanasio, il più importante biografo dell’eremita e hanno dato origine a una vasta letteratura e produzione pittorica che ha attraversato i secoli fino a noi. Nel nostro quadro un solitario e minuscolo S. Antonio, confinato in un angolo,   guarda con spavento il mondo popolato da incubi che lo assedia tenendo saldamente in mano il libro delle S. Scritture per farsi forza. Una testa gigantesca che lo guarda minaccioso incombe su di lui occupando il centro della scena (l’uso della testa umana come contenitore deriva probabilmente da Bosch): dalla bocca spalancata escono piccoli diavoli e altri esseri mostruosi che alludono alle tentazioni, interpretate non tanto come realtà spirituali, ma come fenomeni psicologici (il che dice la modernità del pittore).

    La fronte aperta rivela un artista in miniatura all’opera: è il pittore che si incarica di tradurre in immagini quello che si agita nella testa umana. Sopra il capo, gli occhiali e le pergamene, simboli di sapienza, fanno da appoggio ai nidi delle oche, simboli di stupidità, per deporre le loro uova, mentre un nugolo di uccelli variopinti (=pensieri in libertà) girano attorno all’albero rinsecchito sotto il quale cerca rifugio il povero Santo. Nel mare, da cui la testa emerge, si agita un’infinita varietà di spiriti maligni: né il nero cielo tempestoso, né il mare agitato possono soffocare le tentazioni, che navigano tranquille in un ambiente a loro favorevole. Gli oggetti, gli animali e le persone che trovano spazio nella composizione (streghe, personaggi deformi, uccelli gobbi, creature demoniache, barche a forma di pesci, uova con serpenti) hanno significati simbolici per noi difficili da interpretare ma che dovevano essere chiari al pittore e alludono in diversi modi ai tanti peccati che le tentazioni generano (riti sacrileghi, lussuria, violenza, vizi e perversioni di ogni tipo…). Il pittore con questo quadro comunica un messaggio chiaro, nonostante la sua complessità: il mondo –sia quello esterno, sia molto di più quello intimo- è un luogo ambiguo e pericoloso e l’uomo, anche il santo, anzi soprattutto lui, è un piccolo essere in balia di prove e tentazioni di ogni tipo. L’unico modo per salvarsi è l’ascolto fedele della Parola di Dio, insieme alla capacità di badare a se stessi e all’amore al prossimo.

     

     

     

     

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