nell’immagine un dipinto di Chaim Soutine
XIXA Settimana tempo Ordinario
Proverbio
Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte. K. Gibran
Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera Colletta)
Dio misericordioso, che hai ispirato a santa Chiara un ardente amore per la povertà evangelica, per sua intercessione concedi anche a noi di seguire Cristo povero e umile, per godere della tua visione nella perfetta letizia del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
S. Chiara
Conquistata dall’esempio di S. Francesco, Chiara a 19 anni dopo fugge da casa per seguirlo: il santo le taglia i capelli, le fa indossare il saio, la conduce al monastero di Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di convincerla a ritornare a casa. Si rifugia a S. Damiano e fonda l’Ordine delle «povere recluse» (Clarisse). Chiara scrive poi la Regola ottenendo dal Papa il «privilegio della povertà». Diffonde lo spirito francescano e salva il convento dai Saraceni con il SS. Sacramento.
La Parola di Dio del giorno
I discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
Riflessione Per Il Giorno (Éloi Leclerc: La sapienza di un povero)
Chiara disse a Francesco: «Dio non partecipa i nostri timori, né la nostra fierezza, né la nostra impazienza. Egli sa aspettare come Dio solo sa aspettare. Come sa farlo soltanto un padre infinitamente buono. Egli è longanime e misericordioso. Nutre sempre qualche speranza, fino alla fine. Poco gli importa che mucchi di rifiuti invadano il suo campo e che non sia bello a vedersi, se poi, alla fine, gli sarà dato di raccogliere più grano che zizzania. Noi stentiamo a pensare che la zizzania possa trasformarsi un giorno in grano e produrre spighe dorate. I contadini ci diranno di non aver mai visto siffatte metamorfosi nell’ambito dei loro campi. Ma Dio, che non considera le apparenze esteriori, sa di poter trasformare col tempo della sua misericordia il cuore stesso degli uomini». «C’è un tempo per tutti gli esseri. Ma questo tempo non è uguale per tutti. Il tempo delle cose non è il tempo degli animali, e quello degli animali non è il tempo degli umani! E al di sopra di tutto e ben diverso da tutto c’è il tempo di Dio che tutti li riassume e li supera. Il cuore di Dio non batte secondo il ritmo del cuore nostro. Il suo moto è quello della Sua misericordia eterna che si tramanda nel tempo e non invecchia mai. È molto difficile a noi accedere a questo tempo divino. Eppure, là soltanto, noi possiamo trovare la pace».
Intenzione del giorno
Preghiamo per le suore Clarisse di Bergamo e per tutte le contemplative
Don’t Forget! “1.000 quadri più belli del mondo”
Ogata Korin (1658-1716), pittore giapponese della scuola Rinpa, è nato a Kyoto, figlio di un ricco mercante che aveva un raffinato gusto per le arti. Alla fine della vita Ogata dipinse le iris forse più importanti nella storia dell’arte. Il dipinto è stato accostato, per contenuto e fama, alla Primavera di Botticelli: attraverso la rappresentazione di una lussureggiante fioritura esso trasmette l’idea di forza della natura, il senso della dolce energia della stagione del rinnovamento. Uno dei tratti distintivi dell’ arte Rinpa è infatti la poetica delle stagioni, declinate negli aspetti più suggestivi e immagine della sacralità della natura e del pensiero buddista.
Alla luce di tali idee va compreso lo spirito di quest’opera realizzata, probabilmente, per il Nishi Hongan-ji, tempio di Kyoto frequentato dall’artista. La rappresentazione fissa un momento di fulgido rigoglio, splendido e commovente perché effimero, fugace. La realtà visibile è illusoria, evanescente, dai contorni sfumati come le vivide macchie di verde brillante e di blu profondo che per un solo istante vibrano e splendono su un fulgido sfondo. Il pittore si è ispirato al poema Ise Monogatari, scritto fra il IX e il X sec. Tuttavia nel dipinto di Kōrin il soggetto pittorico assume rilievo autonomo rispetto alla fonte letteraria, slegandosene e diventando lirico, poetico, significativo in sé. Infatti gli elementi descrittivi, narrativi sono ridotti al minimo: il pittore ritrae le sole iris, emblema della pienezza di primavera e del passaggio all’estate. La forza della raffigurazione pittorica è potenziata dall’assenza, dal vuoto, che nello zen come nell’arte giapponese, è più importante del pieno perché in esso possono liberamente fluire le impressioni poetiche. Così, senza disperdersi in dettagli, il pittore si immedesima nell’essenziale: egli rappresenta non tanto i fiori stessi, ma l’energia in essi contenuta, così che tutto si riduce a pura energia. Perché, come aveva osservato Van Gogh, i pittori giapponesi “vivono nella natura come se fossero essi stessi dei fiori”.
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