martedì 16 giugno ’20

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di Mario Giudici

     

    XI Settimana tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno (Proverbi africani: Congo)

    L’amicizia è una strada che scompare nella sabbia se non la si percorre con continuità.

     

    Iniziamo la giornata Pregando

    Ti glorifichi o Dio, la tua Chiesa, contemplando il mistero della tua sapienza con la quale hai creato e ordinato il mondo; tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati fa’ che, nella pazienza e nella speranza, possiamo giungere alla piena conoscenza di te che sei amore, verità e vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

     

    Santo del giorno

    DOMENICO NGUYÊN E COMPAGNI MARTIRI Nella città di Lăng Cốc (Viet Nam), Domenico Nguyên, medico e Domenico Nhi, Domenico Mạo, Vincenzo e Andrea Tường, contadini, furono arrestati per la loro fede, torturati in carcere e decapitati sotto l’imperatore Tự Đức.

     

    La Parola di Dio (Mt 5,43-48).

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita)

    Mi saluta, ma con la mascherina che le copre quasi tutta la faccia non riesco a capire chi sia. Quando poi tira giù la protezione devo sforzarmi per contenere la sorpresa: dimagrita e sciupata com’è fatico a riconoscerla e intuisco quanto debba aver sofferto in questo periodo. “Vedo che sta bene” mi dice e poi, come un fiume in pena, attacca coi ricordi: malata, è stata ricoverata in ospedale, correndo non pochi rischi. Nel frattempo è morto suo padre: nessuno dei suoi l’ha più visto e lo hanno riconsegnato alla famiglia in un’urna cineraria e lei, in quarantena, non ha potuto neppure salutarlo al cimitero. Non trattiene le lacrime, ma continua: “E temo che mi lasceranno a casa dal lavoro…”. Mi limito ad ascoltare e lascio che si sfoghi; ma non posso fare a meno di notare come nel suo racconto non ci sia traccia di rabbia o di amarezza…dolore sì, tanto, ma un dolore calmo e pacato che chiede solo conforto e motivi di speranza. Glielo faccio notare: lei tira il fiato e dice: “Il virus ha già vinto due volte portandomi via papà e togliendomi il pane di bocca. Non gli permetterò di vincere la terza volta”. “E sarebbe?” chiedo. “Questo maledetto virus non riuscirà a incattivirmi perché farei il suo gioco. Voglio uscire dall’incubo migliore di quando sono entrata: così saprò di aver vinto io”.  

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i testimoni coraggiosi della fede e della carità cristiana in tutto il mondo

     

    Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo

     

    ANTON GOUBAU (Goebouw, Goubaie, Goubeau, Goubouw, Gebouw ecc.)  pittore fiammingo del periodo barocco, visse fra il 1616 e il 1698 in Olanda e a Roma dove entrò a far parte della scuola dei BAMBOCCIANTI, pittori olandesi e fiamminghi che creavano piccoli dipinti della vita di tutti i giorni delle classi popolari a Roma e nella sua campagna. La scuola dei bamboccianti si sviluppò a Roma grazie al maestro Pieter van Laer noto anche come il bamboccio per il suo aspetto fanciullesco: egli fu a capo di quella banda pittoresca, chiassosa, intemperante di “bohémiens” che prese dimora fra le vie Margutta e del Babbuino conferendole il ruolo di zona degli artisti che tuttora resiste. Questo stile suscitò aspre critiche da parte della pittura accademica, ma fu proprio uno dei critici più feroci a definire involontariamente meglio di tutti lo stile di Pieter Van Laer e seguaci: “uno stile di pittura singolare nel rappresentare la verità schietta e pura…ché i suoi quadri parevano una finestra aperta”.

    ANTON GOUBAU: CONTADINI SUI GRADINI DI UNA CHIESA 2.a metà del XVII sec. - Olio su rame - 46,2 x 29,2 cm – Proprietà privata

    ANTON GOUBAU: CONTADINI SUI GRADINI DI UNA CHIESA 2.a metà del XVII sec. – Olio su rame – 46,2 x 29,2 cm – Proprietà privata

    Il quadro in questione sembra un manifesto delle condizioni dei poveri: in primo piano la donna seduta a terra allatta il figlio più piccolo, si tiene stretto l’altro e guarda il grandicello che, spaventato fugge, cercando di evitare le bastonate di uno che potrebbe essere suo padre. Vicino un’altra donna con il capo velato, veglia su un tizio che dorme steso a terra in mezzo alla confusione.

    I gradini della scala esterna li separano dal piano del palazzo nel quale una nobildonna e il suo cavaliere appena scesi dalla carrozza stanno entrando, seguiti dalla serva: un mendicante in ginocchio li supplica per l’elemosina…

    E’ una perfetta descrizione visiva delle differenti classi e della loro diversa collocazione nella società del tempo.

    In basso la povertà con il suo carico di abiezione, disordine e violenza; in alto la nobiltà che è l’esatto opposto. Il cielo sereno e l’aria tersa così come gli edifici sullo sfondo fanno da cornice a questo dramma della diseguaglianza…

    Anton Goubau non si propone di fare una morale su questa tragica situazione:

    si limita a raccontare le cose come stanno e, pur senza averne l’intenzione, finisce involontariamente per denunciare la triste condizione dei poveri di ogni tempo.

     

     

     

     

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