lunedì 24 agosto ’20

    XXa Settimana del tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Il carbone se ne ride della cenere; ma non sa che l’attende la stessa sorte. (Tanzania)

     

    Iniziamo la giornata pregando

    O Padre, fonte di sapienza, che nell’umile testimonianza dell’apostolo Bartolomeo hai posto il fondamento della nostra fede, dona a tutti gli uomini la luce del tuo Spirito, perché riconoscendo in Gesù di Nazareth il Figlio del Dio vivente, diventino pietre vive per l’edificazione della tua Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio…Amen”.

    Bartolomeo Apostolo: Nato a Cana di Galilea, fu condotto da Filippo a Cristo Gesù presso il Giordano e il Signore lo chiamò poi a seguirlo, aggregandolo ai Dodici; è identificato con Natanaele (Bartolomeo significa figlio di Tolomeo). L’apostolo avrebbe predicato in India e in Armenia dove avrebbe subito un crudele martirio: scorticato e crocifisso. I suoi resti mortali si trovano nella basilica di S. Bartolomeo, nell’isola Tiberina a Roma. Nel 1238 il cranio dell’apostolo fu portato a Francoforte sul Meno, nel duomo. S. Bartolomeo è considerato il protettore di macellai, conciatori e rilegatori.

     

    La Parola di Dio del giorno Giovanni 1,45-51. 

    Filippo incontrò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth». Natanaèle esclamò: «Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo».

     

    Riflessione Per Il Giorno (P. Piero Gheddo)

    Nel Catechismo di S. Pio X (1905) si leggono queste affermazioni: “Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra”. “Dio è potenza, sapienza e bontà infinita. “Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo”.  “Dio conosce tutto, anche i nostri pensieri”. “Dio è in ogni luogo…Dio è bontà infinita”. Noi viviamo immersi in Dio. Qualsiasi cosa facciamo o pensiamo, Dio ci vede e penetra anche nelle intenzioni più profonde del nostro cuore. Egli è “bontà infinita” e, come ci ha insegnato Gesù, è “il Padre nostro che sta nei cieli”. Noi siamo sempre nelle braccia di Dio, come un bambino vive nelle braccia di sua madre. Ecco il volto di Dio che Gesù ci ha presentato con la sua vita. Gesù ha detto: “Non abbiate paura, Dio conosce anche il numero dei vostri capelli” (Mt 19, 30). E ancora: “Sarete odiati da tutti per causa mia, ma neppure un capello cadrà dal vostro capo” (Luca, 21, 18). Dio è infinitamente più grande di quanto noi possiamo comprendere o immaginare. Noi sappiamo solo che “Dio è Amore” (1 Gv 4, 16). Possiamo entrare nel fantastico, affascinante e gioioso mistero di Dio, solo amandolo e amando il nostro prossimo come noi stessi, così come il Signore Gesù ha amato noi. Solo così vinciamo la paura del nostro incerto futuro. Noi ci fidiamo di Dio.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per il Papa Francesco e per il suo difficile ministero nella Chiesa e nel mondo

     

    Don’t forget!:100 foto che hanno cambiato la storia

    Santiago del Cile 1973. La giunta del gen. Augusto Pinochet (esercito), José T. Merino (Marina), Gustavo Leigh (Aeronautica) e César Mendoza (Carabineros) disconosce il presidente Allende e gli intima la rinuncia al mandato. Allende lancia allora il suo ultimo proclama al popolo cileno: «Questa sarà l’ultima opportunità in cui potrò rivolgermi a voi: mi preme solo dire ai lavoratori: “Io non rinuncio!” Ritrovatomi in un delicato passaggio storico, pagherò con la mia vita la lealtà del popolo. E vi dico che son sicuro che il seme che abbiamo consegnato alla coscienza di migliaia di cileni, non potrà essere spazzato via. Loro hanno la forza, ma nulla possono contro i processi sociali; né con il crimine, né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli» Nella foto Salvador Allende lascia il palazzo della Moneda durante il colpo di stato militare. Foto di Luis Orlando Lagos. Getty Images.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Il Ricordo e Il Grazie…

     

    68) Pierangelo Ravasio

     

    DIRETTORE SALA GREPPI

     

    Morto il 15 marzo 2020

     

     

    La musica bergamasca piange un lutto importante: se n’è andato, stroncato dal covid, Pierangelo Ravasio, classe 1936, dal 1981 al 2007 direttore artistico di Sala Greppi, e dei «Concerti d’Autunno». Un festival internazionale che dal 1981 è cresciuto per qualità, considerazione e successo di pubblico, diventando punto fisso della musica classica, all’altezza delle più blasonate rassegne italiane. Da Sokolov a Brunello, dal Trio di Parma a Victoria Mullova, sono state tantissime le star mondiali transitate nella Sala in via Greppi, un teatro di 350 posti dall’acustica bellissima e senza sconti per chi suona. Intorno agli anni 2000 le richieste dei concerti era così alta che sarebbe stato necessario raddoppiare i concerti. Erano concerti solo su abbonamento, non c’era biglietto singolo. Curioso il fatto che lui, direttore artistico, di mestiere facesse il bancario. Aveva studiato per un po’ di anni violino: lo diceva spesso, con ironia e per schermirsi. Ma la «sua» Sala Greppi parlava con i nomi e con le serate, non di rado memorabili per tanti appassionati di musica. Ravasio aveva un fiuto unico: nessuno come lui sapeva cogliere qualità artistica e qualità umane dell’interprete. Era severo con se stesso, esigente per avere risultati sempre eccellenti, migliori se possibile. Sokolov aveva un appuntamento pressoché fisso con la Greppi. E Ravasio, scherzando, spiegava: «Piccola sala, piccolo compenso». Alludeva al fatto che il gigante russo veniva così volentieri da lui, anche a cachet più che dimezzati. La carta vincente di Ravasio era l’interlocuzione con gli artisti: parlava con loro, li portava a cena, e parlando intuiva, scopriva potenziali altri interpreti di rango, a misura della sua stagione. «Non è mai stato una persona comoda», dice Guido Mazzoleni, presidente. Era esigentissimo con se stesso e con chi collaborava con lui, senza compromessi. Ma senza compromessi anche la sua passione per la musica che ha condiviso con tanti.

     

     

    nell’immagine un dipinto di Nikolai Astrup

     

     

     

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