nell’immagine un dipinto di Fern Isabel Coppedge
XXXIIa Settimana t. Ordinario
Proverbio
«Un viaggio lungo mille chilometri inizia con il muovere un piede (Cina)»
Iniziamo la giornata Pregando (preghiera contro la pandemia)
Signore Gesù, Salvatore del mondo, speranza che non delude, abbi pietà di noi e liberaci da ogni male! Ti preghiamo di vincere il flagello del virus, che si va diffondendo, di guarire gli infermi, di preservare i sani, di sostenere chi opera per la salute di tutti. Mostraci il Tuo Volto di misericordia e salvaci nel Tuo amore. Te lo chiediamo per intercessione di Maria, Madre Tua e nostra, che ci protegge. Amen.
Francesca Saverio Cabrini Religiosa
Nata a S. Angelo Lodigiano nel 1850 nel 1874 si fa suora e sei anni dopo fonda la congregazione delle Missionarie del S. Cuore. Nel 1889 raggiunge gli Stati Uniti per prestare assistenza agli immigrati italiani, ma si spinge anche all’interno e contatta, convertendole, tribù di nativi che non avevano mai visto un bianco. Operò in 7 paesi con 80 case: la sua congregazione fu la prima ad affrontare l’impegno missionario in modo autonomo dal ramo maschile. La sua popolarità e prestigio in America erano immensi e viaggiò in tutto il mondo. Morì nel 1917 ed è santa dal 1950
Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 17,26-37)
Gesù disse: «Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si rivelerà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l’uno verrà preso e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà presa e l’altra lasciata». Allora i discepoli gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi».
Riflessione per il giorno (Gilbert Keith Chesterton)
Prendiamo l’aspetto meno attraente e popolare delle grandi religioni di oggi: i veti imposti dall’Islam, dall’ateismo e dal cattolicesimo. Il divieto di consumare sostanze inebrianti che vige nell’Islam si estende a tutte le classi sociali. Ma è assolutamente necessario per il capitalista (che presiede a un Comitato di assegnazione delle licenze, e anche a una grande cena), operare una distinzione tra gin e champagne. Il divieto di credere ai miracoli che vige nell’ateismo si estende a tutte le classi sociali. Ma per il capitalista è assolutamente necessario operare una distinzione tra sua moglie (una aristocratica che consulta astrologi e veggenti che scrutano sfere di cristallo nel West End) e i volgari miracoli rivendicati da zingari o imbonitori. Il divieto di praticare l’usura imposto dal cattolicesimo, secondo le definizioni dei concili dogmatici, si estende a tutte le classi sociali. Ma per il capitalista è assolutamente necessario operare una distinzione più sottile tra due generi di usura: quella che ritiene utile e quella che non ritiene utile. La religione dello Stato Servile non deve avere dogmi o definizioni.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i cristiani perseguitati e per tutte le vittime innocenti del fanatismo religioso
Don’t forget! Il ricordo e il grazie… ANGELO TAGLIAFERRI (“ANGILÌ”) IL NONNO DELLA LATTERIA Morto il 16 aprile 2020 |
ANGELO TAGLIAFERRI detto l’Angilì nella Latteria ha messo tutto: ha messo mano, ha messo voglia e ha messo grinta. Se la Latteria esiste è grazie a lui e a gente come lui. A Vilminore di Scalve è stato un nonno adottivo per tutti quanti lo hanno conosciuto: agricoltore, fondatore della Latteria Sociale Montana di Scalve. Prima del 1968 in Valle di Scalve c’erano solo le “casere turnarie”. Un gruppo di uomini decise di unificarle e portarle in un unico punto, prima nella casa di un socio, poi in quella che ancora oggi è la sede della cooperativa. Tra quegli uomini c’era anche Angilì, uno dei soci fondatori e anche uno di quelli che in quel progetto ci hanno creduto di più. Lui non ha mai partecipato direttamente alla lavorazione del latte, ma era un conferente: si divideva tra la sua stalla in località Caiane e l’alpeggio in Manina. Per anni è stato anche consigliere della cooperativa e, insieme ai fratelli Lorenzo e Doro (mancato a fine marzo all’età di 89 anni), anche nel consiglio di vigilanza. Se la Latteria esiste è perché uomini come lui ci ha creduto. Angilì conosceva bene i modi di lavorare il latte e aveva trasmesso le sue conoscenze al figlio Alberto. Ma non si tirava indietro nemmeno quando bisognava spiegare ai più giovani i trucchi del mestiere: faceva dimostrazioni di come si lavorava il latte per fare il formaggio e di cose ne ha insegnate tante. Per esempio a portare il “basol” (bastone di legno su cui si caricavano i secchi, ndr) quando partecipava e ci si sfidava al Palio delle Contrade di Vilminore. Lo ricordano con infinito affetto i figli ALBERTO con AUSILIA, CARLA con GIANNI, GIUSEPPINA con LUCIANO, gli adorati nipoti con le rispettive famiglie, la sorella, le cognate e parenti tutti.
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