I rovesci dell’esistenza lo hanno messo al tappeto, senza comprometterne però l’intelligenza che si rivela in battute al vetriolo e nella sagace ironia di chi ha capito cos’è la vita. Quel giorno, dopo aver assistito a una mia arrabbiatura contro un ospite reo di aver combinato un guaio, si era rivolto a me in tono leggermente canzonatorio:
“Stia sereno e guardi la realtà dal lato giusto: se non ci fosse chi la tira matto, lei cosa ci starebbe a fare qui dentro? E con gente così scombinata, la sua immagine di benefattore non ne esce compromessa, ma rafforzata…Per questo –continua- invece di sgridarlo dovrebbe essergli grato, non le pare?”.
Un punto di vista discutibile, che però arriva al bersaglio e che mi fa tornare in mente un fatto analogo di qualche anno fa: a un religioso totalmente dedicato al servizio dei più poveri ed emarginati, un collega -che evidentemente voleva togliersi qualche sassolino dalla scarpa- aveva fatto notare che “non è difficile voler bene a dei poveri diavoli così malconci da far risaltare te e le tue virtù. La carità consiste nell’amare anche chi è sopra di te e magari ti fa ombra, come alcuni tuoi compagni preti”. Insomma, quant’è scivoloso il cammino della carità e come aveva ragione Gesù a raccomandare: “non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra”.
– don Davide –
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