venerdì 26 marzo ’21

     

     

    nell’immagine un dipinto di Guim Tiò

     

    Va settimana di quaresima

     

    Il Proverbio del giorno (saggezza orientale)

    Semina pensieri, mieterai azioni; semina azioni, mieterai abitudini; semina abitudini, mieterai destino.

     

    La Preghiera del giorno

    Signore Gesù, ricordiamo la tua Passione e la tua Morte, dalle quali sono venute a noi il perdono e la Grazia. Ti offriamo la fatica e la lotta spirituale che oggi ci attende.

    In particolare vogliamo offrirti il piccolo sacrificio che ci costa ubbidire alla Legge dell’astinenza dalle carni.

    Fa’, Signore, che partecipando sulla terra alle tue sofferenze, meritiamo di essere con Te nella gioia del Paradiso. Amen

     

    BEATA MADDALENA CATERINA MORANO VERGINE Nasce a Chieri, Torino, il 15-11-1847.

    Il padre muore nel 1855 quando già 5 dei suoi 8 figli erano morti.

    Maddalena, a 8 anni, inizia a lavorare col telaio e a 10 vuol fare la maestra, sogno che si avvera dopo 5 anni: il parroco apre una scuola materna e Maddalena 15 anni, è assunta come maestra.

    Nel 1877 vuol farsi suora, ma a 30 anni, è respinta dalle Figlie della Carità e dalle Domenicane.

    Don Bosco però l’accetta e il 4-9-1879 emette la professione religiosa nelle Figlie di Maria Ausiliatrice.

    Ricopre incarichi di responsabilità ed è trasferita in Sicilia: in 26 anni fonda 19 case, 12 oratori, 6 scuole, 5 asili, 4 convitti, 3 scuole di religione.

    Muore il 26-3-1908. È stata beatificata il 5 novembre 1994.

     

    La Parola di Dio del giorno – Giovanni 10,31-42

    I Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù.

    Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?».

    Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».

    Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?

    Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre».

    Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

    Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase.

    Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

     

    Santi e beati della carità – San Ludovico da Casoria (arcangelo Palmentieri) 1814-1885

    ARCANGELO PALMENTIERI nacque a Casoria, Napoli, l’11-3-1814, 3° dei 5 figli di Candida Zenga e Vincenzo Palmentieri, vinaio. Vestì il saio dei Frati Minori Alcantarini nel 1832, con il nome di fra Ludovico.

    Dopo gli studi come novizio presso Nola, fu ordinato sacerdote il 4-6-1837. Gli fu affidato l’insegnamento di matematica e fisica nei seminari del suo Ordine.

    Nel contempo istituì una farmacia–infermeria per i frati malati e per i sacerdoti poveri del Terz’Ordine.

    Tra il 1847-‘48, a seguito di una malattia e di un’intensa esperienza di grazia, diede un nuovo corso alla propria vita.

    Rilanciò il Terz’Ordine di S. Francesco e istituì un’infermeria per i confratelli e per i sacerdoti terziari poveri presso il convento napoletano di S. Pietro ad Aram.

    La sua carità si estese ai piccoli scugnizzi che vagavano per le strade di Napoli e ai giovanissimi africani condotti in Occidente come schiavi; già nel 1854 accolse i primi due bambini Giuseppe Rab e Giuseppe Morgian, con risultati confortanti.

    Ideò il progetto che i missionari venissero reclutati fra gli stessi indigeni, con la frase «L’Africa deve convertire l’Africa».

    Ottenute le necessarie approvazioni dai suoi superiori e sotto il beneplacito reale, nel 1856 riunì nel convento La Palma allo Scudillo 9 bimbi di colore, indirizzandoli agli studi.

    Nel 1857 ottenne che re Ferdinando II riscattasse 12 bimbi, che andò a prendere ad Alessandria d’Egitto.

    Dopo aver incontrato madre Anna Lapini fondatrice delle suore popolarmente note come Stimmatine (Venerabile dal 2003), le affidò un progetto analogo per le bambine.

    Il collegio delle “Morette” sorse insieme con la Casa delle Stimmatine a Capodimonte e fu inaugurato il 10-5-1859: insieme a dodici bambine africane, vi erano educate le fanciulle povere della città.

    Per dare continuità alle sue opere, fondò nel 1859 i Terziari Francescani della Carità, detti Frati Bigi dal colore del saio (ora non più esistenti) e, cinque anni dopo, le Suore Francescane Elisabettine dette Bigie.

    Propaganda Fide gli affidò la stazione missionaria africana di Scellal, dove fondò un Istituto di missionari e un ospedale.

    Ad Assisi fondò nel 1871, l’Istituto Serafico per i bambini disabili, dedicandolo a S. Francesco.

    Padre Ludovico seppe muoversi diplomaticamente con la caduta dei Borbone e l’avvento del Regno d’Italia, benvoluto e considerato da tutti.

    Ebbe anche molti amici dello spirito: alla giovane Caterina Volpicelli suggerì di dedicarsi alla diffusione del culto al S. Cuore a Napoli e fu ispiratore dell’avvocato Bartolo Longo.

    Morì a Napoli il 30 marzo 1885 a 71 anni. Beatificato da Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993 e canonizzato da papa Francesco il 23 novembre 2014.

     

    La riflessione del giorno (Mons. Ravasi – Mattutino)

    Vedo un individuo circondato e seguito; ma occupa una posizione importante.

    Ne vedo un altro che tutti cercano di avvicinare; ma è in ascesa.

    Ecco uno abbracciato e coccolato persino dai politici; ma è ricco.

    Un altro è guardato con curiosità e additato da tutti; ma è colto ed eloquente.

    Ne scopro uno che nessuno dimentica di salutare; eppure è cattivo.

    Io vorrei, invece, un uomo che sia buono – e nient’altro – ma che sia ricercato da tutti!

     

    E’ una considerazione del moralista francese Jean de La Bruyère (1688).

    Hai successo, sei in carriera, sei ricco, sei una canaglia ma furbo?

    Ebbene, non ti mancherà mai il corteo degli ammiratori, pronti a esaltare come virtù anche i tuoi vizi, a sperare in un tuo gesto d’attenzione.

    Sei un onesto ma poveraccio? Sta certo, avrai come compagna solo la tua coscienza e, al massimo, chi ti ama veramente.

    Persino Goethe si rassegnava ad affermare che «chi non ha doti deve imparare ad adulare se vuole cavarsela».

    Saremo indenni da questo difetto miserabile, solo se siamo pronti a cercare l’amicizia anche della persona semplice ma integra, solo se abbiamo dignità, se non mettiamo le nostre risorse al servizio del successo a ogni costo, solo se non abbiamo come metro di giudizio il nostro interesse e scegliamo di lodare il giusto, il vero, il bene.

     

    L’intenzione di preghiera del giorno

    Per don Fausto Resmini e per tutti i sacerdoti morti di covid in questo 2020-21.

     

    Don’t Forget!

    ORE 18,00: CHIESA GRANDE PATRONATO IN VIA GAVAZZENI 3 S. MESSA PER DON FAUSTO RESMINI PRESIEDUTA DAL VESCOVO MONS. FRANCESCO BESCHI NEL 1° ANNIVERSARIO DALLA MORTE.

     

     

     

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