Parrocchia sudamericana, ore 11,00 si celebra la Messa della festa patronale: nella chiesa, all’inizio vuota, poco a poco la presenza dei fedeli nei banchi si infittisce. Il problema sono le associazioni dei devoti del Patrono che, incuranti della liturgia in atto, fanno il loro ingresso trionfale e rumoroso (c’è chi si fa persino accompagnare dalla banda) e attraversano la chiesa dal fondo fino all’altare per depositarvi la loro immagine del Santo. Il povero celebrante è rassegnato: capisce infatti che non è il caso di mettersi a discutere con quei gruppi reduci da una vigilia di balli e da una nottata di bevute. La Messa è bloccata da quei continui arrivi che però non inquietano nessuno dei presenti eccetto il sacerdote che concelebra con un anziano confratello che la lunga militanza missionaria ha reso paziente e arguto. A un certo punto il riquadro luminoso della porta centrale è oscurato dall’ingresso di una coppia di corpulenti coniugi che, con il gruppo di devoti al seguito, reggono un’enorme statua del santo. L’anziano prete si rivolge a questo punto al giovane e gli comunica sornione: “Finalmente: adesso che sono arrivate le “corriere”, ci sono proprio tutti”.
– don Davide –
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