domenica 16 maggio ’21

     

    Settima Settimana di Pasqua

    Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo

     

    Aforisma del giorno – Papa Benedetto XVI

    “L’Ascensione è segno della benedizione. Le mani di Cristo sono diventate il tetto che ci copre”.

     

    Preghiera del giorno

    Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria.

    Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    UBALDO DI GUBBIO (1084 – 1160) Di nobile famiglia originaria della Germania, rimase ben presto orfano dei genitori e fu allevato da uno zio che curò l’educazione religiosa e intellettuale.

    Ordinato sacerdote nel 1114, qualche anno più tardi Ubaldo veniva eletto priore e riformò la disciplina e il costume della sua gente.

    La fama delle sue virtù si era diffusa al di fuori della sua città, tanto che Perugia nel 1126 lo acclamò suo vescovo.

    Ubaldo si recò a Roma per chiedere al Papa Onorio II di essere esonerato da tale incarico, ottenendone grazia.

    In compenso il vescovo Ubaldo governò la diocesi di Gubbio per 31 anni, durante i quali superò avversità ed ostacoli, riuscendo a piegare con la dolcezza i suoi nemici e ad ammansire gli avversari con la mitezza d’animo.

     

    La Parola di Dio del giorno – Atti 1,1-11; Salmo 46; Efesini 4,1-13; Marco 16,15-20

    Festività della Ascensione di N.S. Gesù Cristo

    In quel tempo [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

    Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

    Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

     

    Riflessione del giorno (S. Agostino)

    Oggi nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con lui salga pure il nostro cuore.

    Come egli è asceso, ma non si è allontanato da noi, così anche noi già siamo lassù con lui, benché nel nostro corpo non si sia ancora avverato ciò che ci è promesso.

    Cristo ormai esaltato al di sopra dei cieli, ma soffre qui in terra tutte le tribolazioni che noi sopportiamo come sue membra.

    Di questo diede assicurazione dicendo: «Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25, 35). Cristo, infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi.

    E noi, similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con lui. E Cristo può assumere questo comportamento in forza della sua divinità e onnipotenza.

    A noi, invece, è possibile, non perché siamo esseri divini, ma per l’amore che nutriamo per lui. Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo…

    Perciò egli è disceso dal cielo per la sua misericordia e non è salito se non lui, mentre noi unicamente per grazia siamo saliti in lui.

    E così non discese se non Cristo e non è salito se non Cristo. Questo non perché la dignità del capo sia confusa nel corpo, ma perché l’unità del corpo non sia separata dal capo.

     

    Intenzione di Preghiera del giorno

    Preghiamo per i Cresimandi perché trovino nelle comunità cristiane i testimoni autentici e sincera accoglienza alle loro domande e speranze.

     

    Don’t Forget!

    In occasione dell’Ascensione (SENSA in dialetto) si svolgeva a Venezia il rito dello Sposalizio del Mare.

    Il Doge, sul Bucintoro, raggiungeva S. Elena all’altezza di S. Pietro di Castello: ad attenderlo il Vescovo, a bordo di una barca dorata, pronto a benedirlo.

    Per sottolineare il dominio della Serenissima col mare, la Festa culminava con una sorta di rito: il Doge, raggiunta la Bocca di Porto, lanciava nelle acque un anello d’oro.

     

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