martedì 1 giugno ’21

     

    Nona Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno 

    Un nemico intelligente è meglio di un amico stupido.

     

    Preghiera del giorno (Madre Anna Maria Cànopi)

    Gesù, misterioso Pellegrino, accompagnati a tutti i viandanti che, sulle strade del mondo, vanno senza meta e senza Parola dissipa le tristezze, sciogli i dubbi angosciosi che ci opprimono la mente; entra nelle case, e resta a cena con noi…

    Possano i nostri occhi riconoscerti nel gesto dello spezzare il pane, e il nostro cuore gioisca al fulgore della tua luce di Risorto. Amen.

     

    Santo del giorno

    GIUSTINO MARTIRE La famiglia è di probabile origine latina e vive a Flavia Neapolis, in Samaria. Nato nel paganesimo, Giustino studia a fondo i filosofi greci, e soprattutto Platone.

    Poi viene attratto dai Profeti di Israele, e per questa via arriva a farsi cristiano, ricevendo il battesimo verso l’anno 130, a Efeso. Negli anni 131-132 è a Roma, annunciatore del Vangelo agli studiosi pagani. Al tempo stesso, Giustino si batte contro i pregiudizi che l’ignoranza alimenta contro i cristiani.

    Famoso il suo «Dialogo con Trifone». Predicatore e studioso itinerante, Giustino soggiorna in varie città dell’Impero; ma è ancora a Roma che si conclude la sua vita.

    Qui alcuni cristiani sono stati messi a morte come “atei” (cioè nemici dello Stato e dei suoi culti). Scrive una seconda Apologia, indirizzata al Senato romano, e si scaglia contro il filosofo Crescente.

    Ma questo sta con il potere, e Giustino finisce in carcere, anche lui come “ateo”, per essere decapitato con altri sei compagni di fede, al tempo dell’imperatore Marco Aurelio.

     

    La Parola di Dio del giorno – Marco 12,13-17

    Mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità.

    È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo».

    Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.

     

    Riflessione del giorno

    Nessuno poteva immaginare che B.S. un giovane senegalese di 23 anni, tranquillo e riservato, desse il meglio di sé in occasione della morte di un “fratello” (stesso padre, ma diversa mamma) di 21 anni pure lui immigrato in Italia, che un cancro fulminante ha ucciso in pochi giorni.

    Avuta la notizia, dopo un momento iniziale di dolore e smarrimento, il nostro ha preso in mano la situazione, rifiutando con gentilezza, ma con fermezza l’aiuto: “E’ mio fratello: devo pensarci io” ha risposto.

    Si è messo in contatto con la mamma del ragazzo: “Mandacelo in Africa!” ha supplicato lei, e lui ha coinvolto la comunità senegalese che ha raccolto la somma necessaria; ha avvisato altri amici sparsi in mezza Italia che hanno coordinato il da farsi.

    Dopo aver firmato in ospedale come responsabile, ha disposto il rito funebre durante il quale il corpo è stato lavato e avvolto nel sudario e si è recitata la preghiera dei morti.

    Il parente più “anziano”, un trentenne residente in Spagna, si è incaricato di accompagnare la bara in Senegal.

    Dopo di che B.S. salutato il “fratello” in aeroporto, è tornato al Patronato e ha ripreso la vita di sempre.

    Ma tutti ci siamo accorti che in pochi giorni e attraverso molta sofferenza, quel ragazzo riservato e tranquillo era diventato un uomo.         

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Preghiamo perché sia rispettata la libertà delle religioni e nessuno sia perseguitato per la sua fede.

     

    Don’t Forget! “1.000 quadri più belli del mondo”

    BENJAMIN WEST: MORTE DEL GENERALE WOLFE

    1770 – olio su tela – 152 x 214 cm – National Gallery of Canada – Ottawa

    A partire dal ‘500 e fino a tutto il ‘700, calarono in Italia pittori da ogni parte d’Europa per compiere la loro educazione artistica su modelli della pittura italiana.

    BENJAMIN WEST (1738-1820) fu il primo proveniente dall’America del Nord ancora possedimento della Gran Bretagna.

    Apparteneva a una comunità di quaccheri sfuggiti alle persecuzioni in Inghilterra. Loro peculiarità erano il rifiuto delle autorità ecclesiastiche, la volontà di liberare gli schiavi e la parità dei diritti delle donne.

    A Londra West ottenne successo come ritrattista, ma poi abbandonò quest’attività per dedicarsi a dipinti di soggetto storico.

    L’esempio più riuscito è “la morte del generale Wolfe” accaduta nella spedizione contro i francesi asserragliati entro le mura di Quebec.

    West che pure si era documentato con scrupolo sulle uniformi che gli inglesi avevano indossato nella battaglia e sulle armi a loro disposizione, accettò di introdurre nel dipinto elementi arbitrari: siccome gli ufficiali britannici che, pur avendo partecipato alla battaglia, non avevano assistito alla morte di Wolfe, volevano essere ritratti nel quadro, West li inserì, dietro ricompensa di 100 sterline.

    Sovrasta la scena la figura di un ufficiale che ha con sé una grande bandiera, segno evidente della vittoria inglese.

    Gli elementi realistici lasciano spazio a una rappresentazione piuttosto melodrammatica. West è infatti il primo pittore ad aver abbandonato le scene del mondo antico per celebrare momenti di storia contemporanea, precedendo Goya, David e i pittori dell’epopea napoleonica.

    Il quadro venne esposto alla Royal Academy di Londra e il successo fu clamoroso. Al di là dell’apprezzamento di tipo estetico, il dipinto esaltava lo spirito imperialistico inglese e la prospettiva di una Gran Bretagna protesa alla conquista di terre e mari lontani.

    Il più entusiasta fu re Giorgio III che commissionò a West una copia che volle tenere per sé. Il corpo morente di Wolfe fa pensare alla “deposizione dalla croce di Cristo”, mentre il cielo gravido di nubi a destra che fa da sfondo alla morte del generale, si apre a sinistra su un orizzonte luminoso, segno del nuovo destino di un paese (il Canada) “redento” dalla morte dell’eroe.

     

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