martedì 6 luglio ’21

     

    14a settimana del tempo ordinario

     

    Proverbio del giorno (Proverbi italiani)

    La via dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni.

     

    Preghiera del giorno (Origene)

    Gesù vieni, ho i piedi sporchi. Per me fatti servo. Versa l’acqua nel bacile. Vieni, lava i miei piedi. So che quel che dico è temerario; ma temo la minaccia delle tue parole: “Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me”.

    Lavami dunque i piedi perché abbia parte con te. Ma che dico, lava i miei piedi? Questo l’ha potuto dire Pietro che aveva bisogno di lavarsi solo i piedi perché era tutto puro.

    lo invece, una volta lavato i piedi, ho bisogno di quel battesimo di cui il Signore ha detto: “Quanto a me, con un altro battesimo devo essere battezzato”. Amen.

     

    Santo del giorno

    MARIA GORETTI. Nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, figlia dei contadini Luigi Goretti e Assunta Carlini, Maria era la seconda di sei figli.

    I Goretti si trasferirono presto nell’Agro Pontino. Nel 1900 suo padre morì, la madre dovette iniziare a lavorare e lasciò a Maria l’incarico di badare alla casa e ai suoi fratelli.

    A 11 anni Maria fece la Prima Comunione e maturò il proposito di morire prima di commettere dei peccati. Alessandro Serenelli, un giovane di 18 anni, s’ innamorò di lei e il 5 luglio 1902 la aggredì e tentò di violentarla.

    Alle sue resistenze la uccise accoltellandola. Maria morì il giorno successivo, e prima di spirare perdonò Serenelli. L’assassino fu condannato a 30 anni di prigione.

    Si pentì e si convertì solo dopo aver sognato Maria che gli diceva avrebbe raggiunto il Paradiso. Maria Goretti fu proclamata santa nel 1950 da Pio XII.

     

    La Parola di Dio del giorno – Matteo 9,32-38

    Presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!».

    Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.

    Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

     

    Riflessione per il giorno (Mattutino di Mons. Ravasi)

    Vecchie suore nere / con che fede in quelle sere / avete dato a noi / il senso del peccato e della espiazione”.

    Non se la prenderanno le suore per questi strani versi perché il contenuto è ben più luminoso di quel colore nero.

    Non si infastidiranno perché dietro a quei versi c’è un ricordo di molti di noi, quello della suora della scuola materna e del catechismo.

    Ma diciamo di chi è quel testo: sono alcune battute di una canzone di Francesco Guccini, dal contenuto significativo.

    Meno male che ci sono state quelle «vecchie suore nere» che ci hanno insegnato il senso del peccato e il dovere dell’espiazione, cioè della correzione e del riscatto.

    Si vede bene ai nostri giorni quanto triste sia una società senza canoni morali, a partire da chi regge la cosa pubblica, giù fino alla gente semplice e alle scelte quotidiane.

    Come si avrebbe ancora bisogno di quel rimorso che ci istillavano le «suore nere», unendolo però al perdono della colpa nella confessione.

    Certo, si poteva allora esagerare in questa purificazione, ma lasciare tutto all’istinto, all’amoralità e all’indifferenza è molto peggio.

    Grazie, dunque, alle suore della nostra infanzia, spesso vestite di nero, ma sempre immerse nella luce della fede («con che fede avete dato a noi…»).

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Per le centinaia di profughi (900 dall’inizio 2021!) che continuano a morire annegati nelle acque del Mediterraneo nell’indifferenza generale.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    MARIE-LOUISE-ÉLISABETH VIGÉE-LEBRUN: AUTORITRATTO CON LA FIGLIA JULIE

    1789 – Olio su tela – 130 x 94 cm – Museo del Louvre, Parigi

    ÉLISABETH-LOUISE VIGÉE LE BRUN (Parigi 1755–1842) pittrice francese, è considerata una delle più grandi ritrattiste del suo tempo.

    Da piccola disegnava dappertutto, persino sui muri della scuola, per questo il padre, apprezzato pastellista, estasiato davanti a un suo disegno, capì che per la figlia si stava prospettando un avvenire di pittrice.

     

     

    A soli 15 anni si affermò pittrice professionista iniziando a ricevere committenze di rilievo. Nel 1775 Élisabeth sposò Jean-Baptiste-Pierre Le Brun, pittore sfaccendato, giocatore accanito e donnaiolo, ma anche grande mercante di quadri, che fece molto per la carriera della moglie.

    Nel 1780 Madame Vigée diede alla luce la prima e unica figlia, Jeanne-Julie-Louise che nel quadro appare abbracciata alla mamma. Ha ragione chi sostiene che Raffaello abbia ispirato questo autoritratto con la sua famosa Madonna della seggiola.

    Nel ritratto Élisabeth non è più la giovane ingenua o la pittrice professionista piena di autostima con tavolozza e pennelli in mano, ma la madre devota secondo la nuova “sensibilità” influenzata da Jean Jacques Rousseau.

    L’artista infatti stringe a sé la figlia Julie (che fu così chiamata dal nome dell’eroina del più noto romanzo di Rousseau): il risultato è un abbraccio affettuoso, che incarna tutto l’amore materno.

    Con questo quadro Vigée Le Brun fece sussultare il panorama artistico parigino:

    quando presentò al Salon di Parigi questo autoritratto di lei e sua figlia Julie, gli artisti del tempo notarono che il sorriso della figlia lasciava intravedere i denti, il che fu giudicato scelta non convenzionale e controversa che andava contro le regole stabilite dall’accademia francese secondo le quali le labbra dovevano essere rappresentate chiuse…

    Ma la meschinità di giudizio di questi “accademici” non è riuscita a intaccare il valore di un’opera così bella come questa da diventare simbolo dell’amore materno.

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