mercoledì 7 luglio ’21

     

    14a settimana del tempo ordinario

     

    Proverbio del giorno (Saggezza orientale)

    L’enorme quercia nasce da un piccolo seme, la grande torre comincia da un mucchio di terra. Un viaggio di mille chilometri inizia dal primo passo.

     

    Preghiera del giorno (S. Agostino)

    Tu eri sempre presente, cospargendo di amarezza tutte le mie delizie illecite per indurmi alla ricerca di quella delizia che non ripugna.

    Dove l’avessi trovata, non avrei trovato che te, Signore, te, che dai per maestro il dolore e colpisci per guarire e ci uccidi per non lasciarci morire senza di te. Amen.

     

    Santo del giorno

    BEATO ODDINO BAROTTI. Nasce a Fossano nel 1344 e prima di essere prete, diventa canonico della «collegiata» di S. Giovanni. A 24 anni diventa parroco.

    Nel 1376 è pellegrino in Terrasanta, dove è sequestrato da predoni e rimane loro prigioniero. Rientrato a Fossano si fa conoscere perché, come figlio spirituale di san Francesco d’Assisi (è del Terz’Ordine), vive da povero, destinando entrate e doni ai più infelici.

    Al tempo della peste endemica in molte parti del Piemonte, Fossano rinnova e ingrandisce il suo ospedale, per l’impegno soprattutto di Oddino. Nel 1400 morirà anche lui colpito dal morbo spendendosi da infermiere per i malati. Nel 1808 è proclamato beato.

     

    La Parola di Dio del giorno – Matteo 10,1-7

    Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

    I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.

    Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele.

    Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

     

    Riflessione per il giorno (Asia-News, 17 maggio)

    Secondo il rapporto dell’Oms sull’insufficienza di cibo che colpisce i bambini del Turkmenistan, molte famiglie cercano di salvare i figli iscrivendoli negli orfanotrofi che però sono al collasso per il crescente numero di bambini da accudire.

    Inoltre la corruzione onnipresente non risparmia le strutture di accoglienza degli orfani. I bambini dormono in due per letto e le razioni di cibo sono del tutto inadeguate: “vi è carenza di vitamine e altri alimenti, le zuppe sono così liquide, da essere indistinguibili dall’acqua sporca.

    La carne è servita una volta al mese, in porzioni estremamente ridotte, e anche prodotti più semplici come patate, rape, cipolle e cavolo appaiono sulla tavola molto di rado.

    Le verdure che arrivano all’internato spesso sono poco commestibili”. La corruzione si insinua anche nelle iniziative in aiuto ai più bisognosi.

    Nella capitale Ashgabad a maggio sono state organizzate distribuzioni di pacchi di cibo a beneficio dei più poveri dei quartieri periferici.

    Contenevano carne, olio, zucchero e riso. Ma “molti dei pacchi distribuiti sono subito riapparsi sui mercati venduti dai bagagliai delle auto».

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Per l’infanzia abbandonata, sfruttata, maltrattata soprattutto nei paesi più poveri del mondo.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani 1480: I MARTIRI DI OTRANTO

    Il 28 luglio 1480 la flotta navale turca del sultano dell’Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto.

    La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo e il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le razzie anche nei casali vicini.

    Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento.

    L’11 agosto, dopo 15 giorni d’assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l’attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello.

    Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù.

    Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città.

    I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale con l’arcivescovo Stefano Pendinelli.  

    Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe coi suoi uomini nella cattedrale e li catturò.

    Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. L’anziano arcivescovo Stefano Pendinelli morì martire, dopo aver incitato i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte.

    Il 14 agosto Gedik Ahmet Pascià fece legare i superstiti e li fece trascinare sul vicino colle della Minerva, dove ne fece decapitare almeno 800, costringendo i parenti ad assistere alle esecuzioni.

    Durante il massacro le cronache raccontano che un turco, tal Bersabei, si convertì nel vedere il modo in cui gli otrantini morivano per la loro fede e subì anche lui il martirio dai suoi stessi compagni d’arme.

    Tra gli 813 martiri d’Otranto, si ricorda per l’eroica morte, in testimonianza della fede, Macario Nachira, colto monaco basiliano, appartenente a un’antica e nobile famiglia.

    Dopo tredici mesi Otranto venne riconquistata dagli Aragonesi, guidati da Alfonso d’Aragona, figlio del Re di Napoli.

    Il 13 ottobre 1481 i corpi degli Otrantini trucidati furono trovati incorrotti e vennero traslati nella Cattedrale di Otranto.

    Gli 800 martiri sono stati canonizzati il 12-5-2013 da papa Francesco; erano stati dichiarati beati nel 1771 da papa Clemente XIV.

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