sabato 31 luglio ’21

     

    17.a Settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma del giorno

    La vera compassione comincia da sé stessi e consiste nell’accettarsi, nel rispettare le proprie esigenze, i propri limiti e le proprie reali capacità.

     

    Preghiera del giorno

    Sono stato deluso, mio Cristo, per il mio troppo presumere: dalle altezze sono caduto molto in basso.

    Ma rialzami di nuovo ora, poiché vedo che da solo mi sono ingannato; se troppo ancora confiderò in me stesso subito cadrò e la caduta sarà fatale. Amen.

     

    Santo del giorno

    IGNAZIO DI LOYOLA Nasce in Spagna nel 1491 ed è il minore di 13 figli dei nobili Loyola. Dopo essere stato educato alla corte del re Ferdinando V di Castiglia, abbraccia la vita militare.

    Costretto all’immobilità per la ferita di una palla di cannone che gli ha attraversato la gamba, legge moltissimo, finché fra le mani gli capita la ‘Vita Christi’ del certosino Leopoldo di Sassonia. Rimane impressionato e tenta un bilancio della sua vita fino a quel momento.

    Una volta guarito si ritira come eremita e scrive gli ‘Esercizi Spirituali’. Nel 1528 si iscrive all’Università di Parigi e con sei compagni fonda una comunità i cui membri, riunitisi nel 1534 nella cappella di Montmartre, fanno voto di povertà e castità perpetue.

    Poi vengono ordinati sacerdoti e nel 1540 il Papa Paolo III approva la comunità di Ignazio, la ‘Compagnia di Gesù’, le cui costituzioni vengono completate nel 1550.

    Da quel momento la Compagnia si diffonde in tutta l’Europa. Ignazio muore il 31 luglio 1556 dopo essere stato per 15 anni alla guida dell’Ordine.

     

    Parola di Dio del giorno – Matteo 14,1-12

    In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista.

    È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo.

    Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, aveva paura della folla che lo considerava un profeta.

    Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto.

    Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione.

    La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

     

    Riflessione del giorno (Mons. Galantino “Abitare le parole”)

    Clandestino

    Per indicare la corrispondenza tra il nome di una persona e il suo destino, gli antichi latini ricorrevano alla formula: nomen omen che può essere resa con «il nome è un presagio».

    La parola clandestino, presente già nel XVI secolo, era in origine un aggettivo con il significato di «fatto di nascosto», in forza dell’avverbio latino clam.

    Dal ‘900 la parola clandestino è sempre più usata come sostantivo. Ma trovarsi nella condizione di clandestinità, cioè non in regola con i documenti di permanenza in un luogo, non coincide con l’essere criminale.

    Così si arriva all’assurdo di leggere del naufragio di 368 «clandestini», il 3 ottobre 2013, mentre si parla di persone che non hanno nemmeno messo piede sulla terra desiderata.

    Non so quanto di clandestino (nascosto) vi sia in chi senza nascondersi arriva sulle nostre coste, lavora alla luce del sole nei nostri campi, visti da agenti di polizia, volontari e cronisti.

    Mentre mi sembra davvero nascosto, cioè clandestino, il denaro sottratto al fisco, occultato nei falsi in bilancio o elargito come retribuzione in nero, in cambio di una prestazione d’opera.

    Aveva ragione il poeta “clandestino” Ovidio: ex re nomen habet per il quale il nome deve rispecchiare la realtà.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per i sacerdoti perché sull’esempio di S. Ignazio di Loyola possano essere guide illuminate per le anime.

     

    Don’t Forget! Foto della settimana

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