mercoledì 25 agosto ’21

     

    21.a Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Chi conta senza Dio, non conosce l’aritmetica.

     

    Preghiera del giorno

    O Verbo divino, luce che irradia dal Padre, che, con la tua nascita, vieni in soccorso del mondo, nello scorrere del tempo; illumina i cuori e consumali col fuoco del tuo amore; attraverso l’ascolto del vangelo, siano scacciate le tentazioni.

    E quando in futuro verrai come giudice, per scrutare le opere del cuore, fa’ che non siamo schiacciati dai mali, ma con i beati siamo eternamente ammessi nel cielo.

    Sia, o Cristo, re piissimo, a te e al Padre gloria con lo Spirito Paraclito per i secoli eterni. Amen.

     

    Santo del giorno

    SAN GIUSEPPE CALASANZIO Sacerdote. Nato nel 1557 a Peralta de la Sal, in Spagna, Giuseppe diventa prete a 26 anni. Ricopre importanti mansioni in diverse diocesi spagnole.

    A Roma, colpito dalla miseria in cui vivevano i ragazzi abbandonati, fonda un nuovo ordine religioso con l’obiettivo di dare un’istruzione ai più poveri e combattere analfabetismo, ignoranza e criminalità.

    Nascono le «Scuole Pie» e i suoi religiosi vengono chiamati «scolopi». Giuseppe muore il 25 agosto 1648; è canonizzato nel 1767 e nel 1948 è dichiarato da papa Pio XII «patrono Universale di tutte le scuole popolari cristiane del mondo». Oggi l’ordine degli Scolopi è presente in 4 continenti e 32 paesi.

     

    Parola di Dio del giorno Mt 23,27-32

    In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume.

    Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”.

    Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».

     

    Riflessione per il giorno (Pensieri di S. Giuseppe Calasanzio)

    «È missione nobilissima e fonte di grandi meriti quella di dedicarsi all’educazione dei fanciulli, specialmente poveri, per aiutarli a conseguire la vita eterna.

    Chi si fa loro maestro e, attraverso la formazione intellettuale, s’impegna a educarli, soprattutto nella fede e nella pietà, compie in qualche modo verso i fanciulli l’ufficio stesso del loro angelo custode, ed è altamente benemerito del loro sviluppo umano e cristiano».

    Il Maestro secondo S. Giuseppe Calasanzio doveva essere fornito di “apertura mentale, di comprensione, di pazienza, di amore e di carità; egli doveva fondare la sua opera educativa sul dialogo, trattare il ragazzo sempre con umanità e rispetto, prestare attenzione al vissuto del ragazzo e guidarlo più con la persuasione e con l’esempio che con mezzi coercitivi.

    Punire il meno possibile e sempre nel rispetto della dignità umana. Importante, nell’opera educativa, la preghiera, che però non andava imposta a quei ragazzi che professassero fede religiosa diversa dalla cattolica.

     

    Intenzione di Preghiera del giorno

    Per tutti i maestri, i pedagoghi e gli educatori perché S. Giuseppe Calasanzio li illumini e li protegga.

     

    Don’t Forget! Storie di martiri

    Storia delle Persecuzioni Anti-Cristiane: Il Tamerlano 1220-1400

    I turisti che oggi visitano Samarcanda ignorano che tanta bellezza e un così grande splendore siano stati prodotti da uno degli uomini più crudeli della storia che mescolava violenza mongola e fanatismo islamico e fu descritto come «serio e cupo, nemico della gaiezza».

    Tamerlano (1336-1405) era zoppo (Timur Lenk = Tamerlano significa “zoppo”) che prendeva migliaia di prigionieri vivi, li gettava gli uni sugli altri, versava sopra di loro fango e mattoni, e costruiva torri umane di cadaveri… 

    Tamerlano era così feroce che riuscì a farsi odiare da tutti, islamici e cristiani.

    Agli anziani di Sivas-Sebaste (oggi in Turchia) nel 1400 aveva promesso che non ci sarebbe stato spargimento di sangue se si fossero arresi all’assedio: invece i 4.000 soldati armeni che si arresero furono sepolti vivi, i maschi cristiani strangolati o annegati, le donne vendute e i loro bimbi raggruppati in un campo e schiacciati sotto gli zoccoli della cavalleria mongola.

     

     

    Sotto il suo regno, parecchi furono i martiri e al martirio non furono risparmiate nemmeno le donne: nel 1398 la cristiana TAMAR, per sfuggire a un curdo che si era invaghito di lei, fuggì con il marito su un’isola del lago Van; riconosciuta 5 anni dopo fu trascinata davanti all’emiro che, di fronte al suo rifiuto ad abiurare, la fece lapidare dalla folla.

    La stessa cosa successe a YMAR di Van la quale aveva sposato un curdo che all’inizio non interferì con la sua fede, ma poi dietro le insistenze della gente, la obbligò a fare un formale gesto di abiura. In seguito la donna si pentì e lo dichiarò pagando con la morte la sua fedeltà a Dio.

    Fu ucciso per «apostasia dall’Islam» il persiano YUSUF DI TABRIZ che, battezzato col nome di Isacco e divenuto «vardapet» (=monaco dottore) si mise a predicare fra i musulmani. Arrestato, fu dichiarato folle e rilasciato, ma poiché insisteva a predicare, fu lapidato e il cadavere bruciato.

    Nel 1421 un capofamiglia di Datvan protestò con l’emiro contro la persecuzione dei cristiani, ma pagò con la vita il suo coraggio.  Ci fu poi il caso di due sacerdoti venuti dall’Etiopia il cui martirio stimolò molti apostati a tornare alla fede: tra questi il VESCOVO STEFANO e il SACERDOTE PIETRO della città di Khizan la cui abiura aveva provocato scandalo fra i cristiani.

    ùIl loro martirio fu seguito da quello di STEFANO DI SORB, altro ex-apostata. Un altro «vardapet», GREGORIO CERENC di KHLAT, fu ucciso nel 1426 per aver rifiutato di abbandonare, come gli altri monaci, il monastero di Cipnavank in cui viveva.

    GIOVANNI FANCIULLO cantore alla corte dell’emiro Safiyyuddin, fu denunciato da un’invidiosa cantante curda di aver avuto una storia con lei, si sentì ordinare dall’emiro di sposarla e di convertirsi all’Islam. Lui si rifiutò, ma poi si arrese a causa delle torture: pentitosi, distribuì i suoi beni ai poveri e fece pubblica abiura dall’Islam, morendo lapidato nel 1438.

    MIRAK, figlio di un notabile armeno, riuscì non solo a mantenersi nella fede cristiana, ma anche a rivestire incarichi pubblici come quello di ambasciatore presso vari Stati Italiani. Fu vittima di una congiura nel 1486 per essersi rifiutato di abiurare.

    SHNORHAWOR, vedova senza figli, abitava col fratello che uccise un curdo che la importunava di continuo. La donna si attribuì davanti all’emiro il delitto e rifiutò di aver salva la vita rinunciando alla fede e nel 1494 fu uccisa.

    BARUNAK, persiano cristiano, accusato di aver disputato su temi religiosi, si difese dall’accusa di blasfemia, ma fu incarcerato e nel 1524 arso vivo e le ceneri disperse.

     

     

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