21.a Settimana Tempo Ordinario
Proverbio del giorno
Chi digiuna e il resto bene non fa, avanza il pane e a casa del diavolo va.
Preghiera del giorno
Gloria a colui che mai poté essere misurato da noi, Dio Padre del nostro Signore Gesù. Il nostro cuore è troppo piccolo per lui e debole la nostra mente.
La nostra piccolezza è disorientata dalla ricchezza dei suoi discernimenti. Gloria a colui che sa tutto, e che si è sottomesso a domandare, per ascoltare e apprendere ciò che sapeva, per rivelare, con le sue domande, il tesoro dei suoi benefici. Amen.
Santo del giorno
SANTA MONICA. Nata a Tagaste, antica città della Numidia, nel 331, fu la madre di Agostino d’Ippona e determinante per la sua conversione al cristianesimo.
A 39 anni rimase vedova e si dovette occupare di tutta la famiglia. Nella notte di Pasqua del 387 poté vedere Agostino, trasferitosi a Milano, battezzato insieme a tutti i familiari.
Poi Agostino decise di trasferirsi in Africa e dedicarsi alla vita monastica. Nelle «Confessioni» Agostino narra i colloqui spirituali con sua madre nella quiete della casa di Ostia, tappa intermedia verso la destinazione africana, ricevendone conforto ed edificazione; ormai più che madre ella era la sorgente del suo cristianesimo.
Monica morì, a seguito di febbri molto alte (forse per malaria), a 56 anni, il 27 agosto 387.
Parola di Dio del giorno Matteo 25,1-13
Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Riflessione del giorno “L’Imitazione di Cristo”
“Nel celebrare, non essere né troppo prolisso né troppo frettoloso; ma osserva il ragionevole uso, comune a coloro con i quali ti trovi a vivere. Non devi, infatti, ingenerare in altri fastidio e noia; devi mantenere invece la via consueta, secondo la volontà dei superiori, e badare più all’utile degli altri, che alla tua devozione e al tuo sentimento”.
Queste raccomandazioni rivolte ai sacerdoti e riguardanti le modalità delle celebrazioni liturgiche sono contenute in uno dei libri di spiritualità più diffusi, letti e meditati nel mondo cristiano e cioè “L’Imitazione di Cristo” del XV secolo.
Eppure 600 anni dopo siamo ancora qui a ripeterci che le nostre celebrazioni liturgiche e in primis quelle eucaristiche sono spesso caratterizzate da noia, da lungaggini ingiustificate o frettolosità inopportuna… cose tutte che sono spesso all’origine della disaffezione del popolo cristiano nei confronti della Messa domenicale, soprattutto da parte di una gioventù abituata ai ritmi velocissimi della comunicazione e alla capacità di renderne attraenti i contenuti.
Sia chiaro che non esiste un tempo standard per la preghiera e per la liturgia: un celebrante che riesce a coinvolgere i fedeli non è mai troppo lungo; uno che non ci riesce rischia di esserlo sempre… Ma il buon senso e ancor più il senso del limite non devono mai mancare.
Intenzione di Preghiera del giorno
Perché impariamo a vivere il tempo della preghiera come tempo di Dio, della sua presenza e della sua gloria.
Don’t Forget! Paesi in Conflitto
Terrorismo fondamentalista in Burkina Faso
“Il nostro Paese rischia di scomparire se non ci difendiamo contro i terroristi con la preghiera, l’unità e la solidarietà».
Così ha dichiarato padre Pierre Claver Belemsigri, segretario generale della Conferenza Episcopale di Burkina Faso e Niger a una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre che ha visitato il Burkina Faso nei giorni scorsi.
La situazione nel Paese sta rapidamente precipitando e non si arresta la serie di attacchi jihadisti che ha già causato la morte di decine di cristiani e ha costretto centinaia di migliaia di burkinabé a fuggire.
Secondo l’ultimo bilancio ufficiale del 12 febbraio scorso, sarebbero infatti 765.517 gli sfollati interni: 89.783 famiglie sono ripartite in 169 campi di accoglienza. Tra i profughi vi sono 369.139 bambini.
Gli attacchi di matrice islamica non sono mai rivendicati e colpiscono non solo i cattolici e i cristiani di altre denominazioni, ma anche i musulmani contrari al fondamentalismo Islamico.
«Vi sono terroristi che, pistola alla mano, vogliono che l’intera Africa diventi islamica». Tutto questo si consuma nell’indifferenza del mondo.
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