22.a Settimana Tempo Ordinario
Proverbio del giorno (Catone)
Exigua his tribuenda fides, qui multa loquuntur.
Bisogna prestare poca fede a quelli che parlano molto.
Preghiera del giorno
O Spirito Paràclito, uno col Padre e il Figlio, discendi a noi benigno nell’intimo dei cuori.
Voce e mente si accordino nel ritmo della lode, il tuo fuoco ci unisca in un’anima sola.
O luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio trino ed unico, fonte d’eterno amore. Amen.
Santo del giorno
PAOLINO DI TREVIRI, vescovo e martire. Originario di una nobile famiglia dell’Aquitania (Francia), nacque intorno al 300 e nel 346 succedette a Massimino nella sede episcopale di Treviri, dal quale era stato ordinato sacerdote. Morì in esilio il 31 agosto 358.
Quando l’imperatore Costanzo chiese al concilio di Arles di condannare Atanasio, patriarca di Alessandria, Paolino fu l’unico vescovo ad opporsi.
Costanzo allora lo esilio allora in Frigia, l’odierna Turchia, dove Paolino, dopo anni carichi di stenti, di privazioni e di umiliazioni, morì.
Il vescovo Felice, uno dei successori di Paolino, fece traslare a Treviri le spoglie del predecessore verso la fine del IV secolo.
Parola di Dio del giorno Luca 4,31-37
Gesù scese a Cafarnao, città di Galilea e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione.
Riflessione del giorno (Frammenti di vita)
Aveva cominciato esibendo l’ultima conquista: una giovane bionda russa che, stando ai suoi racconti, era la sua “girlfriend” e stravedeva per lui, un giovane africano di bell’aspetto certo, ma che non si capiva come potesse reggere il confronto con tanto splendore.
I dubbi riguardo all’asimmetrica coppia svanirono quando mostrò le foto di loro due abbracciati. Qualche mese dopo però alla domanda su come andassero le cose con la russa, rispose di averla lasciata “perché era troppo gelosa”.
Che una ragazza da migliaia di Km di distanza pretendesse di mantenere il controllo sugli amori del partner è difficile da credere, ma tutto si chiari quando pochi giorni dopo esibì la nuova fiamma: una stupenda ragazza di colore “che –precisò- vive in Francia e perciò è molto più vicina dell’altra”.
Da allora altre bellezze hanno rischiarato la sua vita, come lui tiene a precisare: tutte molto belle e tutte residenti in altri paesi. L’ultima vive in Africa, dove peraltro lui non ha nessuna intenzione di tornare.
Questi amori via web lasciano non pochi dubbi, perché il “tombeur de femmes” in realtà ha un aspetto sempre più trasandato e comportamenti sempre meno affidabili.
Ma si sa che le vie dell’amore (come quelle di Dio) sono infinite e chissà che prima o poi per il nostro sognatore spunti una donna magari un po’ meno vistosa, ma un po’ più vera e, soprattutto più vicina.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per i cristiani che sono a rischio della propria vita perché professano la fede in Gesù.
Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo
ANTONIO GONZÁLEZ VELÁZQUEZ: AUTORITRATTO
1775 – Olio su tela – 87×68 cm – Museo del Prado, Madrid
ANTONIO GONZÁLEZ VELÁZQUEZ (Madrid, 1723-1794) fu uno dei più importanti esponenti della pittura spagnola del Settecento, per la sua grande abilità e fiducia nel disegno, nella tecnica dell’affresco e per l’originalità delle sue creazioni.
In questo autoritratto il pittore appare a mezzo busto, con in mano gli strumenti di lavoro, la tavolozza e i pennelli. E’ seduto su una sedia comune, presso il tavolo dove sono poggiati diversi oggetti, compresi i suoi occhiali.
Di figura corpulenta, il pittore indossa la parrucca, con fiocco e coda di cavallo che scendono lungo la schiena e la spalla sinistra, su una grande testa e con il viso dai lineamenti larghi e un notevole doppio mento.
Indossa una giacca ampia, con la camicia aperta bordata di pizzo che si abbina a quello dei polsini. Il cromatismo della tela è ricco e diversificato, armonizzando quello dell’abito con il sipario damascato giallo, che arricchisce la composizione.
Non c’è nessuna tendenza all’idealizzazione, né tentativo di autoindulgenza, così come è del tutto assente il desiderio di compiacere un presunto spettatore, il che fa pensare allo stile “bohémien” cioè anticonvenzionale che il pittore di sicuro imparò dagli artisti fiamminghi del XVII sec. le cui opere erano presenti alla corte di Madrid e alla scuola di Corrado Giaquinto che fu suo maestro nel periodo trascorso a Roma.
Non è un caso che tale stile pittorico non sia piaciuto al pittore neoclassico Rafael Mengs, ma abbia in qualche modo anticipato l’arte visionaria e realistica del grande Francisco Goya.
Questo modo di ritrarsi se da una parte rivela la libertà del pittore che non teme di presentarsi per quello che è, dall’altra sottolinea la sua personalità in quello sguardo fermo e sicuro di sfida alle eventuali critiche.
E non è cosa da poco…
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