Due coniugi quasi sessantenni mi chiedono un incontro. Quando ci troviamo, i convenevoli sono ridotti all’osso e il papà viene subito al dunque mostrando una foto sullo smartphone: “Si tratta di nostro figlio che è anche il nostro più grave problema in questo momento”.
Il giovane della foto esibisce vistosi tatuaggi in ogni parte del corpo: “Effettivamente ha esagerato, ma almeno la faccia è libera…” dico cercando di allentare la tensione.
Ma i due non ridono, anzi… Li lascio sfogare e mi limito ad ascoltarli cercando di rassicurarli: “Non prendetevela così: oggi queste cose le fanno un po’ tutti e la vita mi ha insegnato ad andare oltre le apparenze: dietro l’aspetto provocatorio si nascondono a volte persone di valore”. “Non scherzi reverendo –reagisce il padre- nostro figlio tutto quel che aveva da dire se l’è fatto incidere addosso: purtroppo non c’è nient’altro da scoprire e nel caso ci fosse qualcosa d’altro, preferiremmo non saperlo”.
La mamma, zitta fino a quel momento, interviene: “Difendevo mio figlio perché pensavo che suo padre esagerasse… fino a pochi giorni fa, quando dopo un furioso litigio ho sentito che anche la sua ragazza (la quale a differenza di lui due dita di testa ce l’ha) gli gridava: “Basta, fra noi è finita: tu parli, parli e non dici niente. Sembri un libro che ha tutto in copertina, perché dentro i fogli sono desolatamente vuoti”.
– don Davide Rota
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