26a Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno – Gandhi
Serenità è quando ciò che dici, ciò che pensi, ciò che fai, sono in perfetta armonia.
Preghiera del giorno
A te, Signore, presento la mia illusione e i miei sforzi; in te, mio Dio, confido, confido perché so che mi ami. Che nella prova non ceda alla stanchezza, che la tua grazia trionfi sempre in me. Io spero sempre in te.
Io so che tu non abbandoni chi in te confida. Indicami le tue strade, Signore; insegnami i tuoi sentieri. Nella mia vita si possono aprire strade di pace e bene, di giustizia e di libertà. Nella mia vita si aprano sentieri di speranza, di uguaglianza e servizio. Amen.
Santo del giorno – S. Vincenzo de Paoli
Nacque a Puy (Dax) il 24 aprile 1581. A 20 anni riceveva gli ordini minori, e a 24 il sacerdozio. I primi anni di ministero furono terribili per il giovane prete: consumò tutto il suo e contrasse debiti notevoli per cui si trovò in difficoltà.
Consigliato da Pietro De Berulle, accettò la parrocchia di Clichy e s’incaricò dell’educazione dei figli di casa Gondy che furono mecenati generosi per le sue molteplici opere di carità. Nominato regio cappellano di tutte le galere di Francia, fu il padre dei galeotti e pose ogni cura per sollevarli dalle loro miserie. Aprì orfanotrofi, ricoveri per i vecchi, ritiri per i dementi.
Per tutte questo occorreva il personale adatto e così istituì le Figlie della Carità. Egli attese anche al clero: istituì delle conferenze ecclesiastiche che ancor oggi continuano tra il clero di Francia, fondò seminari e spesso diede esercizi ai chierici ordinandi.
Infine riunì in congregazione i sacerdoti che lo aiutavano nelle sue opere e li chiamò Preti della Missione. Morì a 84 anni il 27-9- 1660. La Francia atea gli innalzò un monumento. Leone XIII lo dichiarò patrono delle Congregazioni di carità. E’ Patrono del Patronato S. Vincenzo che da lui prende il nome.
Parola di dio del giorno Lc 9,46-50
Nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Riflessione del giorno – Frammenti di vita
Quando per la prima volta ho letto il testo medievale “Speculum asceticum” attribuito a S. Bernardo, sono rimasto colpito da alcune raccomandazioni: “Non credere a tutto ciò che senti; non giudicare tutto ciò che vedi” e fin qui, d’accordo.
Ma il seguito del testo “Non fare tutto quello che puoi; non dare tutto ciò che hai; non dire tutto ciò che sai” qualche domanda l’aveva suscitata, ma ci ha pensato il quotidiano contatto coi poveri a dare la risposta. Per chi lavora nell’ambito della carità, la prima cosa da tenere presente è infatti la consapevolezza dei “propri” limiti. Perché il quotidiano contatto coi miseri potrebbe farci dimenticare che quel che essi sono ai nostri occhi, noi lo siamo agli occhi di Dio.
Non fare tutto ciò che si può, non dare tutto ciò che si ha, non dire tutto ciò che si sa, in fondo è ammettere il fatto che ad aiutare i poveri, siamo noi cioè altri poveri che, sapendo di aver ricevuto tutto da Dio, dobbiamo rinunciare alla pretesa di sostituirci a Lui, l’Unico che può fare tutto, può dare tutto e dire tutto, senza sminuire sé stesso e senza umiliare nessuno.
A queste tre raccomandazioni, ne aggiungiamo una quarta: bussa alla porta del povero e non forzare il suo mistero, perché nella vita di alcuni ci sono abissi di tenebre e di dolore in cui è difficile gettare le sguardo senza esserne travolti.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché s. Vincenzo de Paoli protegga il nostro Patronato che porta il suo nome.
Don’t Forget! Foto storiche
23 settembre 1943. Muore Salvo D’Acquisto.
Tutto ebbe inizio il 22 settembre 1943 quando alcuni soldati delle SS ispezionando alcune casse di munizioni vennero investiti dalla esplosione di una bomba a mano, per imperizia nel maneggio degli ordigni. Due soldati morirono e altri due rimasero feriti.
Il comandante tedesco attribuì la responsabilità dell’accaduto ad anonimi attentatori locali ed effettuò rastrellamenti: furono catturate 22 persone scelte a caso: trasferite fuori dal paese vennero costrette a scavare una grande fossa comune per la prossima fucilazione.
All’ultimo momento contro ogni aspettativa, furono tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D’Acquisto che, innocente, si era addossato la responsabilità dell’accaduto per salvare i condannati innocenti.
I 22 prigionieri liberati udirono il carabiniere gridare “Viva l’Italia” prima di essere colpito dalla scarica dei fucili. Salvo D’Acquisto non aveva ancora 23 anniInizio modulo.
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