A volte il suo cervello non lavora

     

    Avere a che fare con persone di culture molto distanti dalla nostra non sempre è facile: non si sa come fare ad esempio di fronte ai cambi di umore improvvisi, a certe inspiegabili virate nel comportamento, a chi scompare senza avvisare e riappare senza spiegare. A chi ti mette su il muso senza spiegazione e ti lascia cuocere nel fuoco lento nel dubbio e dei sensi di colpa.

    Chiedi agli psicologi che ti dicono la loro, ai mediatori culturali che ti dicono il contrario e ti decidi a parlare con gli interessati che non capiscono neppure il senso delle tue domande…insomma sembra di muoversi nel porto delle nebbie dove di quanto accade è difficile cogliere la logica.

    Per questo ho provato a chiedere lumi agli amici di uno che inspiegabilmente aveva deciso di isolarsi da tutto e tutti chiudendosi in stanza al ritorno dal lavoro, ma era chiaro che gli interpellati si barcamenavano fra il tentativo di non compromettersi con l’autorità e di non compromettere l’amico.

    Solo uno che dopo anni ancora fatica ad esprimersi in italiano, ma è dotato di arguzia e libertà di spirito ha alzato le spalle e ha dato la più convincente delle spiegazioni: “Sometimes his brain doesn’t work” (a volte il suo cervello non lavora). Si è aspettato che il cervello si rimettesse in moto e in pochi giorni tutto è andato a posto.

     

    – don Davide Rota

     

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