34a Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno di S. Tommaso d’Aquino
Per chi ha fede, non servono spiegazioni. Per chi non ha fede, nessuna spiegazione è possibile.
Preghiera del giorno
A te, Dio, fonte di misericordia, mi accosto io peccatore. Degnati dunque di lavare me immondo. Sole di giustizia, illumina chi è cieco; eterno medico, guarisci chi è ferito; Re dei re, rivesti chi è nudo. Mediatore fra Dio e gli uomini, riconcilia chi è colpevole; buon pastore, riconduci chi è errante.
Concedi, o Dio, misericordia al misero, perdono al reo, vita a chi è morto, giustificazione all’empio, e di riconoscere te mio Signore e di ringraziarti sempre di tutti i benefici elargitimi da te, e di fare questo con somma gratitudine di cuore. Amen.
Santo del giorno
S. LEONARDO di PORTO MAURIZIO.
Porto Maurizio – Imperia, 1676 – Roma – 26 novembre 1751
È il santo a cui si deve il merito di aver ideato la Via Crucis. Ligure (1676-1751), era figlio di un capitano di marina.
Nato a Porto Maurizio, l’odierna Imperia, compie i suoi studi a Roma presso il Collegio romano, per entrare nel Ritiro di S. Buonaventura sul Palatino, dove veste il saio francescano.
Inviato dal Papa in Corsica a ristabilire la concordia tra i cittadini, riesce a ottenere, nonostante le gravi divisioni tra gli abitanti, un impensabile abbraccio di pace.
Il tema della Croce era al centro della sua predicazione: richiamava le folle alla penitenza e alla pietà cristiana. Alfonso Maria de’ Liguori lo ha definito «il più grande missionario del nostro secolo».
La Parola di Dio del giorno Luca 21,29-33
Gesù disse ai discepoli la parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina.
Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Riflessione del giorno
Consigli dei monaci del deserto su come pregare
- I fratelli chiesero all’anziano: «Quale è la preghiera pura?». Il vecchio rispose: «Quella che è breve in parole e grande in opere. Poiché se le opere non superano la richiesta non sono che parole vuote, semente che non dà frutto. Se non fosse così, perché ci accadrebbe di chiedere senza ricevere, mentre la grazia sovrabbonda di misericordia? Diverso è, del resto, il modo dei penitenti, diverso il modo degli umili; i penitenti sono mercenari, gli umili, figli».
- Un fratello si recò presso un anziano e gli domandò: «Padre, dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio». L’anziano gli disse: «Figliuolo, io quando prego parlo così: Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato».
- Quando ti svegli dal sonno, subito la tua bocca renda gloria a Dio poiché la prima cosa che si pensa fin dall’aurora, lo spirito continua a macinarla come una mola per tutto il giorno, sia grano, sia zizzania. Perciò sii sollecito a gettar grano, prima che il tuo nemico getti zizzania.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché la nostra giornata si apra con la preghiera e si chiuda nella preghiera.
Don’t Forget! 2021 Anno di S. Giuseppe
A partire da oggi, ogni settimana presenteremo una breve riflessione S. Giuseppe che è PATRONO del Patronato S. Vincenzo. Il primo quadro che presentiamo è tratto dal Trittico di Mérode dipinto di Robert Campin, olio su tavola (129 x 64,50 cm) databile al 1427.
Il quadro è diviso in tre comparti: quello a sinistra presenta il donatore con la moglie, che dal giardino attraverso l’uscio socchiuso contempla l’annunciazione che si svolge all’interno della casa (pannello centrale). A destra S. Giuseppe è ritratto nel suo laboratorio di falegname.
Giuseppe il falegname
I vangeli dicono di Giuseppe che era un “carpentiere” ossia piccolo imprenditore edile: Matteo 13,55: “οὐχ οὗτός ἐστιν ὁ τοῦ τέκτονος υἱός” Non è costui figlio del carpentiere? (Infatti in greco tekton = carpentiere).
Ma il “Vangelo di Tommaso della infanzia” uno scritto apocrifo del I sec. d.C. così parla di Giuseppe: “Gesù aiuta il padre che era falegname e, in quel tempo, faceva aratri e gioghi”.
Il pittore R. Campin in questo quadro presenta S. Giuseppe intento al lavoro di falegname nel confortevole laboratorio dotato di tutti gli strumenti necessari: l’ascia conficcata nel ciocco di legna, la sega appoggiata allo sgabello, il comodo e ampio sedile davanti al tavolo di lavoro su cui sono poggiati i vari attrezzi necessari e una curiosa trappola per topi già pronta.
Giuseppe con il trapano sta praticando su una tavoletta dei buchi non sappiamo a che scopo…Ma perché la trappola?
Questo dettaglio ricorre anche in altri quadri (ad es. nella splendida natività del Lotto oggi a Washington-Usa) e significa che con la nascita di Gesù è arrivato nel mondo colui che metterà in trappola colui che è esperto nell’intrappolare gli altri e cioè il diavolo.
E’ un modo per far capire che S. Giuseppe con il suo lavoro sta collaborando al progetto divino di redenzione del mondo che Gesù metterà in atto e di cui l’annunciazione a Maria che si svolge nella stanza attigua è l’atto iniziale.
Gabriele infatti dice a Maria: “Tu concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù (che significa Dio salva).
Egli sarà grande e chiamato figlio dell’Altissimo”. Si noti infine la cura del pittore nei dettagli dell’interno e nella visione della città (fiamminga) al di là dei vetri delle finestre aperte …un vero capolavoro!
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