Lunedì 20 dicembre 2021

     

    4a Settimana di Avvento

     

    Aforisma del giorno di Léon Bloy

    Al mondo c’è una sola tristezza: quella di non essere santi.

     

    Preghiera del giorno di Isacco di Ninive

    Non abbandonarmi, mio Signore, privandomi di questa misericordia che è su di me! Poiché mi hai chiamato, mio Signore, e, per mezzo del tuo amore eterno e senza che io te ne facessi richiesta, mi hai introdotto nel tuo regno glorioso, non mi separerò dalla meditazione del tuo amore.

    Manda, mio Signore, in mio soccorso la tua forza, perché mi aiuti, e mi sottragga all’oceano della vita temporale. Oceano di aiuto, continua ad aiutarmi, e non abbandonarmi all’abisso dei mali! Amen

     

    Santo del giorno

    S. liberato martire

    Liberato era un console, discendente da nobile famiglia, che fattosi cristiano si innamorò di Cristo, rinunziando alla carriera, alla politica, agli agi della nobiltà e seguendo la nuova via dell’amore fraterno e della fede in Dio. Venne arrestato e condannato a morte, sotto il regno di Claudio il Gotico (269-270).

    Nonostante in tutti i codici sia indicato con “in Oriente”, egli fu invece un autentico martire di Roma, il cui nome era più propriamente Liberale, in latino Liberalis, tradotto poi in Liberatis. Fu sepolto nel cimitero di Via Salaria Vecchia, dove riposavano anche i due martiri Giovanni e Festo; gli ‘Itinerari’ del secolo VII, che riportavano per i fedeli pellegrini, le basiliche e catacombe con tombe di martiri, citano s. Liberato sepolto nel sottosuolo della basilica di S. Giovanni martire.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 1,26-38

    Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».

    A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

    Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.

    Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

     

    Riflessione del giorno blog di Piero Gheddo

    Quando nel 1979 Giovanni Paolo II realizzò il suo viaggio in Messico prese solennemente le difese degli indios, la popolazione indigena locale. A Oaxaca un campesino gli disse: “Santità, noi viviamo peggio delle vacche e dei porci. Abbiamo perso le nostre terre, noi che eravamo liberi, ora siamo schiavi”.

    Giovanni Paolo II si strinse la testa fra le mani e rispondendo disse: “Il Papa sta con queste masse di indios e di contadini, abbandonate a un indegno livello di vita, a volte sfruttate duramente. Ancora una volta gridiamo forte: rispettate l’uomo! Egli è l’immagine di Dio! Evangelizzate perché questo diventi realtà, affinché il Signore trasformi i cuori ed umanizzi i sistemi politici ed economici, partendo dall’impegno responsabile dell’uomo”.

    Il massimo quotidiano messicano, l’“Excelsior”, esponente del laicismo e della massoneria messicana, che si era fortemente opposto alla visita del Papa, commentò: “Dopo 5 secoli di oppressione dei nostri indios e contadini, doveva venire il Papa da Roma a dirci queste cose. Ci ha fatto vergognare di appartenere alle classi dirigenti messicane”.

     

    Intenzione di preghiera del giorno

    Preghiamo per i popoli sfruttati e costretti a vivere a livelli indegni della dignità umana.

     

    Don’t Forget!

    Ragazzi di via Panisperna è il nome con cui è noto il gruppo di fisici italiani quasi tutti giovanissimi, con a capo Enrico Fermi, che negli anni trenta del ‘900 operò presso il Regio istituto di fisica dell’Università di Roma, allora ubicato in via Panisperna n. 90.

    La principale scoperta del gruppo fu nel 1934 la proprietà dei neutroni lenti in fisica nucleare, che diede avvio alla realizzazione del primo reattore nucleare e poi della bomba atomica.

    Nella foto da sinistra: Oscar D’Agostino, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti ed Enrico Fermi. Foto scattata da Bruno Pontecorvo

     

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