2.a settimana Tempo Ordinario
Aforisma del giorno di Nicolàs Gòmez Dàvila
“L’autentico umanesimo si edifica sulla consapevolezza delle insufficienze umane”.
Preghiera del giorno di S. Ambrogio
Il Salvatore per me si è rattristato e sperimenta il tedio della mia infermità. Egli ha preso su di sé la mia amarezza, per donarmi la sua gioia; è disceso sui nostri passi sino all’affanno della morte, per farci risalire sui suoi passi sino alla vita.
Come ti potremmo imitare, Signore Gesù, se non ti seguissimo come uomo, se non ti sapessimo morto, se non avessimo veduto le tue piaghe? Tu «porti i nostri peccati e soffri per noi»: tu, dunque, Signore, soffri, non per le tue, ma per le mie ferite, non per la tua morte, ma per la nostra debolezza.
Tu soffri non per te, ma per me: sì, hai conosciuto la debolezza, ma è a motivo delle nostre colpe. Amen.
Santo del giorno
S. Agnese
Agnese nacque a Roma da una illustre famiglia patrizia nel III secolo. I genitori erano cristiani e quando aveva 12 anni, scoppiò una persecuzione e molti furono i fedeli che s’abbandonavano alla defezione.
Agnese fu denunciata come cristiana dal figlio del prefetto di Roma, invaghitosi di lei ma respinto. Fu esposta nuda al Circo Agonale e un uomo che le si avvicinò cadde morto prima di sfiorarla e ma risorse per intercessione della santa.
Gettata nel fuoco, questo si estinse per le sue orazioni, fu allora trafitta con colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli. Per questo è raffigurata con un agnello, simbolo del candore.
La data della morte non è certa: c’è chi la colloca tra il 249-251 durante la persecuzione di Decio o nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano.
La Parola di Dio del giorno Marco 3,13-19
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Riflessione del giorno detti e fatti dei padri del deserto
Il padre Teodoro disse: «Ai peccatori che si pentono, come alla peccatrice, al ladrone e al pubblicano, il Signore perdona tutto il debito; ma ai giusti chiede anche gli interessi.
Ecco cosa significa ciò che disse agli apostoli: Se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli».
Aggiunse anche questo: «Se un uomo è costretto dalla povertà o dall’indigenza a prendere a prestito, quando restituisce il denaro ringrazia, ma lo rende di nascosto perché si vergogna.
Il Signore Iddio invece fa tutto il contrario: il prestito lo fa di nascosto, ma la restituzione avviene di fronte agli angeli, agli arcangeli e ai santi».
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché S. Agnese protegga tutte le ragazze, soprattutto le adolescenti e giovani che sappiano trovare nel suo coraggio e nel suo amore alla castità un esempio di vita.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
Riforma protestante: la guerra dei 30 anni
Prima di parlare delle cause e delle conseguenze della guerra dei 30 anni, è opportuno considerare il contesto storico, sociale ed economico d’inizio 1.600.
Il XVI secolo si era chiuso con la morte di Filippo II di Spagna (1598) e di Elisabetta d’Inghilterra (1603) che governarono in un’epoca di espansione economica e di incremento demografico.
I primi decenni del Seicento invece sono segnati da una crisi che avrebbe attanagliato i paesi europei, Spagna e Italia su tutti.
La crisi disegnò in modo definitivo il volto dell’Europa moderna, determinando le diseguaglianze che in parte segnano ancora il continente.
Le due peculiarità della crisi furono la stagnazione economica e il decremento demografico che accentuarono il processo di polarizzazione della ricchezza già avviato nel ‘500.
A questi fattori si aggiunse il dissesto delle attività commerciali che si fece inarrestabile per Spagna e soprattutto per Italia che visse ‹‹tutte le tappe del declino, restando quasi immobile in un’Europa che inventava nuove forme di potere e ricchezza›› (W. Aymard, 1978).
Inghilterra e Olanda riuscirono invece a riconvertire le loro economie, dimostrando la maggiore flessibilità del loro sistema produttivo ed economico. La crisi economica del ‘600 ebbe anche un aspetto militare e funzionò da acceleratore degli attriti politici in atto da tempo.
Quest’insieme di questioni concorse a creare un clima di tensione che avrebbe fatto da sfondo al conflitto internazionale che insanguinò per un trentennio il vecchio continente (1618-1648).
Le cause della guerra dei trent’anni furono:
- il ritorno dell’assolutismo e il fallito tentativo di trasformare il Sacro Romano Impero in stato moderno sotto l’egemonia degli Asburgo d’Austria.
- la realtà geopolitica della Germania di allora, nella quale esistevano mille unità a comporre una realtà statuale molto eterogenea.
- La pace di Augusta (1555) che si illuse di garantire la pace con il principio «CUIUS REGIO, EIUS ET RELIGIO», ma non fece che accentuare le lacerazioni
- il fattore religioso che scatenò la guerra, quando Ferdinando di Stiria, cugino dell’Imperatore Mattia e suo successore designato, assunse la corona di Boemia e Ungheria: la tradizione Hussita per i Boemi e l’ostilità al cattolicesimo in chiave antiasburgica per i Magiari si scontrarono con l’imperatore Ferdinando che si presentava come alfiere e garante della controriforma.
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