6.a settimana Tempo Ordinario
Aforisma del giorno di S. Agostino
Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle; e passano accanto a sé stessi senza meravigliarsi.
Preghiera del giorno di S. Giovanni Maria Vianney
Ti amo, mio Dio, e il mio desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti, piuttosto che vivere senza amarti.
Ti amo, Signore, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo, soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro.
Ti amo, mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con te Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo. Amen.
Santo del giorno
S. Giuliana
Nacque verso il 285 a Nicomedia, oggi Izmit -Turchia. Nella sua famiglia era l’unica cristiana e suo padre era un seguace zelante delle divinità pagane. A nove anni, fu promessa in sposa al prefetto della città, il pagano Eleusio e le nozze si sarebbero celebrate quando Giuliana avesse compiuto 18 anni.
Ma quel giorno la giovane disse che accettava solo se Eleusio si fosse fatto battezzare e fu denunciata dal fidanzato come cristiana. Imprigionata, non tornò sulla sua decisione neppure dopo la condanna a morte. Venne quindi decapitata verso il 305, al tempo di Massimiano.
L’iconografia la rappresenta spesso insieme ad un diavolo che la tormenta, ma non riesce a prevalere su di lei che alla fine lo sconfigge.
La Parola di Dio del giorno Marco 8,22-26
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?».
Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Riflessione del giorno Frammenti di vita
Prestare soldi senza offendere, ma anche senza farsi imbrogliare è molto difficile: in questo mestiere riescono bene le banche, soprattutto perché loro i soldi li prestano di preferenza a chi ne ha tanti…Non capita così ai comuni mortali.
Da chi ti supplica di fargli credito e glielo concedi, a volte (non sempre, grazie a Dio) otterrai due risultati sicuri: non vedrai più il becco di un quattrino e ti sarai fatto un nemico. Per questo ai miei dubbi di prete alle prime armi il mio parroco rispose: “Se qualcuno ti chiede un prestito, non mandarlo via a mani vuote e regalagli parte della somma richiesta, secondo le tue possibilità.
Forse non diventerà tuo amico, ma almeno non parlerà male di te”. “E come si fa con gli imbroglioni?” chiesi. “I disonesti sanno fare la scena e mettono fretta per evitare ripensamenti. Se prendi tempo, non si faranno più vedere e tu avrai la possibilità di capire”.
Poi soggiunse: “Presta invece alla povera gente della tua comunità: non ti chiederà più di quanto tu possa dare e sta’ certo che ti restituirà tutto”. In proposito un padre del deserto ha scritto: «Se uno è costretto dall’indigenza a prendere a prestito, quando restituisce il denaro lo fa di nascosto perché si vergogna. Dio invece fa il contrario: il prestito lo fa di nascosto, ma la restituzione avviene di fronte agli angeli».
Intenzione di preghiera per il giorno
Per i bisognosi e per chi è in ristrettezze economiche, perché trovino sostegno e solidarietà, ma siano anche capaci di riconoscenza e di restituzione del dono.
Don’t forget! Storia dei martiri cristiani
I martiri del Giappone nel XVI secolo
TOYOTOMI HIDEYOSHI
TAIKO SAMA HIDEYOSHI
I MARTIRI DI NAGASAKI
Si è detto che la 1.a comunità cattolica in Giappone fu fondata nel 1549 da FRANCESCO SAVERIO e che grazie a lui il cristianesimo si diffuse col favore dei signori feudali.
Per oltre 40 anni i cristiani godettero di ampia libertà e il cristianesimo continuò l’avanzata, facilitata dalle conversioni collettive. Nel 1587 i cattolici avevano già raggiunto la cifra di 205.000 unità.
Il primo editto di persecuzione nei loro confronti risale al 24 luglio 1587 e fu emanato da TOYOTOMI HIDEYOSHI, luogotenente generale dell’imperatore, che non mise in atto il decreto, ma pose la premessa per le sanguinose persecuzioni successive, come quella del 1597 provocata dalle fantasie del comandante spagnolo della nave S. Filippo, arenatasi sulle coste giapponesi.
Egli urtò infatti la suscettibilità del dissoluto imperatore TAIKO SAMA HIDEYOSHI che aveva eliminato il suo predecessore, Oda Nobunaga (+1582) con l’informazione falsa che i missionari cattolici avevano il compito di preparare la strada alle conquiste militari del Regno di Spagna.
L’imperatore, da principio favorevole ai cristiani, cominciò a nutrire sospetti circa le reali intenzioni dell’apostolato di gesuiti e francescani e, temendo della veridicità di quanto riferitogli, l’8-11-1596 ordinò ai governatori di Osaka e Miyako di far arrestare tutti i religiosi del paese.
I perseguitati riuscirono a disperdersi in tempo nelle campagne, meno 3 gesuiti, 6 francescani e 17 terziari, arrestati all’inizio del 1597 e condotti sulla piazza della capitale Miyako con le mani legate dietro la schiena. Fu tagliato un pezzo dell’orecchio sinistro, non avendo voluto il governatore Xibungo che fossero loro recise le due orecchie e mozzato il naso, come dettava il decreto imperiale.
I prigionieri insanguinati, furono fatti salire su carrette e condotti come malfattori per le contrade della città, preceduti da una guardia che recava su un’asta il motivo della loro condanna: “Perché costoro, venuti dalle Filippine con titolo di ambasciatori, si trattenevano in Miyako predicando la legge dei cristiani, che io proibii gli anni passati rigorosamente, e hanno fabbricato la chiesa e fatto scortesie, comando che siano crocifissi a Nagasaki insieme ai giapponesi che aderirono alla loro legge”.
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