Lunedì 23 maggio 2022

     

    Sesta settimana di pasqua

     

    Aforisma del giorno di ARTHUR SCHOPENHAUER

    Da come gli altri si comportano con noi non dobbiamo desumere chi siamo noi, bensì chi sono loro.

     

    Preghiera del giorno

    Ti benediciamo, Dio Padre, Signore del cielo e della terra, perché nella Risurrezione di Gesù dai morti ci doni la speranza della vita nuova ed eterna.

    Benedici la nostra famiglia, rafforza i legami che ci uniscono e fa’ che possiamo diffondere la gioia del Signore risorto a tutte le persone che incontriamo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    Nacque nel 1698 a Voltaggio, Genova ma a 13 anni si trasferì a Roma nella casa di uno zio prete e frequentò il liceo dai gesuiti del Collegio Romano.

    Colto dai primi attacchi di epilessia, venne ordinato prete l’8 marzo 1721 e da allora diede ancora più slancio al suo apostolato, avviato in precedenza, tra gli studenti, i poveri e gli emarginati. Sulla scia di quell’impegno nacque la Pia Unione dei sacerdoti secolari di Santa Galla dal nome di un ospizio maschile da lui diretto. Giovanni ne volle uno anche per donne e lo dedicò a Luigi Gonzaga.

    Eletto canonico di Santa Maria in Cosmedin, venne dispensato dall’obbligo del coro per dedicarsi con maggiore libertà agli impegni apostolici. Negli ultimi mesi di vita l’epilessia si aggravò costringendolo a un vero e proprio calvario. Morì il 23 maggio 1764. Fu canonizzato da Leone XIII l’8 dicembre 1881.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 15,26-16,4

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

    Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

     

    Riflessione del giorno mattutino di Mons. Ravasi

    In un’antica cattedrale del Regno Unito, un venerabile Capitolo di canonici era intento a recitare l’Ufficio. D’un tratto scoppia un violento uragano. I fulmini e i tuoni si succedono sempre più rapidi. Un brivido corre fra gli stalli, e il decano del capitolo, assai scosso, fa segno con la mano e interpella i suoi fratelli: «Interrompiamo l’Ufficio, fratelli, per pregare un istante».

    A raccontare questo apologo è il teologo francese Louis Bouyer, un pastore protestante che si convertì al cattolicesimo divenendo sacerdote della Congregazione dell’Oratorio, fondata da San Filippo Neri. La scenetta ben s’adatta a certe liturgie domenicali dove si è stancamente davanti a Dio, ascoltando distrattamente le letture e le preghiere.

    È il “dare a Dio quel che è di Dio” nella stessa maniera con cui si versa a Cesare il fisco. Senza passione e adesione. Se, invece, incombe una malattia o un esame o un colloquio di lavoro o una seria preoccupazione, allora sì che la preghiera si fa intensa e fremente.

    È naturale che così accada e Dio comprende e sorride, se è vero che ha lasciato che nel Salterio ben un terzo di tutte le preghiere là raccolte fossero solo lamenti e suppliche di favori. Ma perché non sostare più spesso celebrando Dio e ringraziandolo solo perché Lui esiste e noi esistiamo? Perché non conoscere il sapore intimo del silenzio e della contemplazione, del canto del cuore e dell’abbandono gioioso in Dio «come il bimbo svezzato in braccio a sua madre»?”.

     

    Intenzione di preghiera del giorno

    Per i paesi dell’Africa in cui l’embargo del grano ucraino per la guerra sta provocando fame e carestia

     

    Don’t Forget! L’anno di S. Giuseppe: conclusione

    ì

    Concludiamo la nostra lunga ricerca sui diversi modi in cui l’arte attraverso i secoli e in diversi luoghi della terra ha ritratto San Giuseppe, lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù.

    Dall’alto a sx: l’interpretazione moderna del pittore Giovanni Gasparro; a dx un antico bassorilievo con rappresentazione

    del presepe. Sotto a sx. la fuga in Egitto di un pittore giapponese; a dx s. Giuseppe in una scultura spagnola medievale.

    Sotto: la sacra famiglia in una versione africana

    E a dx un fumetto con S. Giuseppe che innalza il bimbo Gesù a bordo di una papamobil guidata dallo Spirito Santo con il Papa che saluta la gente.

     

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