Il progetto Erre 2 – Risorse di Rete, partito con un po’ di fatica nel 2020 a causa del covid, ora è arrivato nella fase di pieno sviluppo. Scuole, enti, associazioni e aziende del territorio hanno unito le forze per contrastare l’abbandono scolastico e sostenere gli studenti più fragili.
L’11 maggio si è tenuta la conferenza intermedia di progetto, un’occasione per fare il punto sulla strada percorsa finora e sui prossimi passi da compiere.
Prima che si tenesse la conferenza, abbiamo accompagnato la Dott.ssa Mariasara Castaldo, Referente attività istituzionali per Impresa Sociale Coi Bambini, in alcune delle Case del Sapere realizzate all’interno degli istituti scolastici. Di seguito un breve video della giornata:
Conferenza intermedia ERRE2 – Risorse Di Rete
Obiettivo del progetto quello di dare una risposta alla povertà educativa che colpisce anche la nostra provincia e che si accompagna al fenomeno della dispersione scolastica, con alti tassi di abbandono tra i giovani e giovanissimi.
«Favorire la rete tra mondi che spesso non hanno modo di incontrarsi – ha sottolineato don Marco Perrucchini – è da sempre l’obiettivo del Patronato, nato 100 anni fa da un’intuizione di don Bepo Vavassori. Con questo progetto continuiamo nel solco di questa tradizione pronti a far dialogare e a stringere alleanze per ripartire ancora più forti in questo progetto che adesso può finalmente decollare in pieno».
«Per contrastare la povertà educativa, ma anche tutte le povertà – ha commentato l’assessore all’Istruzione Loredana Poli – è quanto mai importante l’alleanza con le scuole che in questo progetto hanno dato la loro disponibilità all’apertura di spazi scolastici da dedicare a finalità più ampie. Prima della pandemia l’attività in questi spazi era già a buon punto nelle scuole primarie, adesso è già stata avviata nelle scuole medie».
Con il progetto Erre2 sono nate 16 «Case del sapere» per i ragazzi. Le Case del sapere sono ambienti polifunzionali con spazi per brainstorming, ricerche, destinati a stimolare diverse forme di intelligenza e apprendimento. L’idea è che i ragazzi possano entrare negli ambienti liberamente, trovando un contesto accogliente, che stimoli i loro interessi diversi. Le Case sono 9 negli Istituti comprensivi e 7 in quelli di scuola superiore. Ognuna delle case risponde a un tema differente da mettere a sistema tra i vari istituti.
«Nel nostro istituto – ha spiegato Andrea Pioselli, dirigente dell’Ic Mazzi – abbiamo potenziato il progetto già in essere di un giornale della scuola che, durante la pandemia, era solo online, ma che adesso grazie alla partnership con l’Istituto Arti Grafiche, diventerà cartaceo. Una bella occasione per i ragazzi che vi hanno partecipato per fare ricerca, trovare informazioni ed entrare nel mondo della composizione grafica».
Tra le Case del sapere già al lavoro anche quelle del Patronato San Vincenzo, la Casa dei Linguaggi e la Casa Green, quest’ultima si è aperta al territorio con due giornate (16 e 23 maggio) dove i ragazzi hanno avuto modo di sperimentare le tecnologie volte a ottimizzare la qualità della vita nelle nostre case, che diventano più smart per mezzo di appositi sistemi di automazione domestica, vale a dire gli impianti domotici.
Testo tratto dall’articolo di Tiziana Sallese su L’Eco di Bergamo.
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