Lunedì 30 maggio 2022

     

    Settima settimana di pasqua

     

    Aforisma del giorno di Albert Einstein

    Io appartengo all’unica razza che conosco: quella umana.

     

    Preghiera del giorno 

    In questo giorno che inizia ascolta, o Dio, la voce di chi non ce la fa ad amare e invece di vivere si limita a sopravvivere. E così nella sofferenza scopre la sua miseria e la Tua misericordia; aiutami a risvegliarmi, ad andare oltre le apparenze.

    Donami ali ed occhi di aquila e un cuore puro, rendimi capace di seguire Gesù. Dammi la capacità del servizio al prossimo e la preghiera di lode a Te. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Giovanna d’Arco

    Figlia di contadini, analfabeta, lasciò la casa paterna per seguire le voci misteriose che le ingiungevano di liberare la Francia dagli Inglesi. Da Carlo VII, ottenne di cavalcare alla testa di un’armata e liberò Orleans e riportò la vittoria di Patay.

    Lasciata sola per la diffidenza della corte e del re, Giovanna non poté condurre a termine, secondo il suo progetto, la lotta contro gli Anglo-Borgognoni; fu prima ferita alle porte di Parigi e nel 1430, mentre marciava verso Compiègne, fatta prigioniera dai Borgognoni, che la cedettero agli Inglesi.

    Tradotta a Rouen davanti a un tribunale di ecclesiastici, dopo estenuanti interrogatori fu condannata per eresia ed arsa viva. Fu riabilitata nel 1456 e canonizzata nel 1920.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 16,29-33

    In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».

    Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

     

    Riflessione del giorno – le nuove lettere di Berlicche

    A chi accusa la Chiesa cattolica di opprimere, da 2.000 anni, la donna è bene ricordare quello che ad esempio avveniva (prima dell’avvento del cristianesimo) in una città italiana assai progredita: Pompei che è una sorta di capsula del tempo congelata all’eruzione del primo secolo.

    In quella cittadina di poche migliaia di persone sembra ci fossero almeno 35 bordelli, per non parlare di coloro che, maschi e femmine, si prostituivano per strada. Le tariffe, forse anche per la disponibilità dell’offerta, erano molto basse: si partiva da due assi, il costo di un bicchiere di vino. Naturalmente l’età non era un limite e i bambini di entrambi i sessi facevano parte dell’offerta.

    Per i più abbienti c’era la possibilità di sfruttare i propri schiavi, come ricorda un graffito sul muro di una casupola (Prehende servam: cum voles, uti licet: Prenditi la schiava: quando vuoi, è tuo diritto). Le immagini oscene erano pubbliche e diffusissime e se qualcuno rimpiange una visione così disinibita del sesso, rifletta sul fatto che lo sfruttamento della persona era consentito, senza limiti e senza rispetto.

    Quell’attività finiva con il produrre gravidanze indesiderate di cui ci si liberava buttando i neonati nei canali di scolo o abbandonandoli in campagna. Le testimonianze dei primi cristiani ci dicono che era loro rimproverato il fatto che si astenessero da tutto ciò. Ai nostalgici di quei tempi, personalmente diciamo che non siamo d’accordo, a costo anche di passare per oscurantisti.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Per chi in nome della libertà è disposto a calpestare la dignità sua personale e del suo prossimo, perché ritrovi la coscienza e il rispetto.  

     

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