XI settimana tempo ordinario
Aforismi del giorno di N. Gomez Dàvila
Il male, come i nostri occhi, non vede sé stesso. Tremi colui che si vede innocente.
Preghiera del giorno
O Salvatore paziente, tu accettasti come volontà del Padre l’amaro calice della tua passione e morte. Ascolta il mio lamento, e il tuo esempio mi aiuti a sopportare le mie sofferenze per partecipare, almeno in parte, alla tua passione. Fa’ che la pazienza con la quale sopporterò i miei dolori esprima la riconoscenza profonda del mio amore per Te, Tu che sei il mio Cristo Crocifisso. Amen.
Santo di Oggi
S. Gregorio Barbarigo
Gregorio Barbarigo nel 1656 vene incaricato da Alessandro VII di coordinare i soccorsi agli appestati dell’Urbe. Il Papa aveva grande fiducia in questo 31enne sacerdote veneziano, conosciuto anni prima in Germania. Nel 1667 lo nominò vescovo di Bergamo, poi lo creò cardinale.
Gregorio agiva secondo lo stile del suo modello: Carlo Borromeo. Passò poi a Padova dove diede grande slancio al seminario, puntando sul sapere teologico, biblico, ma anche delle lingue orientali. Si fece riformatore dei costumi del clero.
«Mangia con la servitù e non lascia mai d’insegnare la dottrina cristiana, di fare missioni e assistenza ai moribondi», narrava un testimone. Morì nel 1697. Beato dal 1761 verrà proclamato santo da Giovanni XXIII nel 1960. E’ uno dei patroni della diocesi e del Seminario di Bergamo.
Parola di Dio del giorno Matteo 6,24-34
Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”.
Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Riflessione del giorno di Hernest Hello 1828-1885
Fra le molte parole terribili degli Evangeli ce n’è una che è fra le più terribili: “Non pro mundo rogo” (Gv 17,9) = Io non prego per il mondo. Colui che dice questo conosce la profondità delle cose e sta per morire in riscatto dei peccatori.
Ma non prega per il mondo: è S. Giovanni che ce lo dice, lui che raccolse queste parole nell’ultima cena in cui egli posò la testa sul petto di Gesù Cristo; fu in quel momento…che Giovanni udì la Verità (Gesù) dire: “Io non prego per il mondo”.
Il mondo somiglia a un’osteria in cui i passanti trovano alloggio. Se fuori passa l’errore, e vuole entrare, i commensali si spostano e gli fanno posto…Ma se a bussare è la Verità, allora tutti i posti sono occupati e certi viaggiatori accuratamente scelti, sono cacciati fuori: “Quia non erat eis locus in diversorio” (Lc 2,7) = perché per essi non c’era posto in albergo.
Il mondo, così cieco e così limitato, possiede un istinto meraviglioso quando si tratta di riconoscere e di cacciar fuori (…) Il mondo ama il male purché sia inzuccherato, imbellettato, dipinto e vestito alla moda; ama il peccato purché sia affettato, gentile, lustro e pettinato. Nei domini del peccato si mente per interesse, passione, vergogna e paura.
Nei domini del mondo, si mente senza interesse, senza passione, senza vergogna e senza paura. Si mente perché si è del mondo, per amor proprio, per vanità, per tiepidezza; si mente perché si mente; si mente come si respira, come si parla. Il peccatore, dopo aver mentito, può dire anche la verità. Ma il mondo no; quando ha mentito continua a mentire e se dice la verità mente ancora. La verità diventa menzogna sulle sue labbra.
Quando infatti il mondo dice la verità crede di esprimere un’opinione come un’altra; vuole che sia contornata di menzogna e che viva con essa in buoni rapporti. Vuole che sia disonorata da infami contatti, e quando l‘ha imbrattata fino al punto da non poterla più riconoscere, allora la tollera perché è diventata menzogna.
Questa menzogna è preziosa perché ripara le altre, le autorizza, le salvaguarda; toglie loro quello che avrebbero di troppo violento, crudo e deciso. La verità divenuta menzogna…finisce per confondere il bene col male; e la gente di mondo è soddisfatta…
Intenzione di preghiera del giorno
Perché i cristiani vivano nel mondo, ma senza appartenergli e la chiesa sia incarnata nella storia, ma non diventi mai mondana.
Don’t forget! Invito al concerto
Sabato 18 giugno 2022 ore 21,00 Chiesa del Patronato S. Vincenzo:
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